Lo Scudetto di… Hakimi: incrocio da Looney Tunes sulle orme di Maicon
La freccia del Marocco è stata l’arma in più sull’out di destra per mister Conte. Corsa, assist e reti: l’efficacia di Hakimi per lo Scudetto.
“Speedy Gonzales (Speedy, Speedy Gonzales). Ritorna da me (Speedy, Speedy Gonzales). Speedy Gonzales (Speedy, Speedy Gonzales), non lasciarmi mai più” così Jhonny Dorelli cantava, nel 1962 , riproponendo in italiano un successo del 1961 a cura di Buddy Kaye, Ethel Lee e David Hess, diventato popolare nell'interpretazione di Pat Boone. Un brano scherzoso, divertente e ballabile dedicato al topolino più veloce del west.
Un successo senza tempo, fulmineo. Come quello del numero 2 marocchino, dalla scorsa estate in nerazzurro, Achraf Hakimi. Un po' Speedy Gonzales, un po' Beep Beep. Inseribile alla perfezione nella galassia dei Looney Tunes al fianco dei famigerati Bugs Bunny o Duffy Duck. L'esterno arrivato da Madrid darebbe del filo da torcere a tutti, soprattutto al povero Willy il Coyote. Molti avversari, in questa trionfale cavalcata nerazzurra, si sono ritrovati nei panni del povero Coyote.
Bistrattati, superati in velocità, saltati o recuperati: Flash Hakimi non ha dato scampo a nessuno. Arrivato come pezzo da novanta nella finestra estiva – vero e proprio diamante sapientemente acquistato da Suning – Achraf, sin da subito, ha messo in mostra le sue dote migliori. Molti detrattori parlavano di un investimento cospicuo per un giovane terzino/esterno destro di appena 22 anni (classe '98). Ad oggi si stanno ricredendo. Questo perché l'ex Borussia Dortmund – scuola Merengues – alle doti in fase avanzata ha saputo unire con diligenza e senso dell'apprendimento quelle difensive.
Era stato chiaro mister Conte ad inizio stagione: Hakimi è fortissimo in fase offensiva, ma deve migliorare in difesa. Si sa: quando il mister parla, tutti lo seguono. Così è stato anche per il n.2 dell'Inter. Dopo alcune apparizioni ad intermittenza ad inizio stagione – dualismo con D'Ambrosio -, la fascia destra è diventata il suo regno. Dopo un breve rodaggio sono arrivate non solo le gioie “avanzate” (7 reti e 7 assist in Serie A con 33 presenze), ma anche chiusure e recuperi decisivi. Si ripensi solamente alla grinta di Conte a Parma – dopo un recupero fondamentale sul finire del match – oppure il bacio in fronte dopo l'assist del gol vittoria contro il Cagliari appena subentrato: immagini di una stagione con i fiocchi.
D'altronde il ragazzo, nonostante la giovane età, sa come si vince. La sua bacheca parla chiaro: una Champions League, un Mondiale per Club, una Supercoppa spagnola ed una UEFA insieme allo Scudetto conquistato con la maglia dell'Inter. Un pedigree da vero predestinato. Un po' come quel numero 13 che ai tempi del Triplete scorazzava per la fascia destra regalando gioie ed emozioni al popolo nerazzurro. Un certo Douglas Sisenando Maicon in arte Il Colosso. Il più forte terzino destro che abbia mai calcato il terreno del Meazza con la maglia dell'Inter. Achraf ha dimostrato di poterne eguagliare prestazioni ed attaccamento alla maglia.
L'Inter campione d'Italia deve ringraziare anche il suo personaggio del mondo animato. Una volta erano loro ad aver bisogno degli umani – si pensi a Space Jam e all'intervento di Michael Jordan – ora hanno restituito il favore. Hakimi: la metamorfosi Looneytuniana sulle orme dei miti.