“Una storia infinita, che dura una vita” niente di più calzante per il rapporto tra l'Inter ed Andrea Ranocchia, per gli amici Frog. Perché il 33enne, originario di Assisi, è ormai giunto al suo decimo anno di matrimonio con i colori nerazzurri: nozze di stagno. Questo vuole la tradizione. E come per ogni tradizione che si rispetti, necessita di un regalo. Un regalo importante, prezioso, simbolo di questa lunga unione. E cosa meglio dello Scudetto?
Arrivato dopo 11 anni – quasi quanto gli anni del numero 13 (ex 23) a Milano – ha regalato una gioia speciale ed immensa a tutti i tifosi e soprattutto a lui. Lui che, tra alti e bassi, è sempre rimasto fedele ai colori del cielo e della notte. Lui che, tra un prestito e l'altro, è poi tornato ogni volta alla base mettendosi sempre a disposizione senza mai una parola fuori posto. Ascolto ed esecuzione. Semplice.
Con il suo carattere mite e riservato ha sopportato – in questi anni – diversi momenti bui. Dalla fascia di capitano, sotto la guida di Mazzarri, ad alcuni errori di gioventù durante le stagioni passate. Tutto questo però è alle spalle. Ora, negli occhi dei tifosi, c'è un professionista serio, rispettoso, educato. In poche parole: un grande uomo. In effetti, come si suol dire, non serve la fascia a dimostrare la propria leadership. Questo è ciò che ha dimostrato Frog. Uomo spogliatoio, in primis, è umile calciatore allo stesso tempo. Dall'arrivo di Spalletti, che lo difese a spada tratta (si ricordi l'episodio del primo ritiro), all'avvicendamento di mister Conte il difensore – quando chiamato in causa – si è sempre fatto trovare pronto.
In stagione 5 presenze in Serie A – con un assist – per un totale di 434' minuti. Una presenza anche in Coppa Italia nel match vinto agli ottavi, dopo i supplementari, contro la Fiorentina. Andrea incarna l'uomo di fiducia che tutti gli allenatori vorrebbero avere nella propria rosa: fiducia, lealtà e senso di abnegazione. Cosa chiedere di più. Dopo anni di sofferenze, unica gioia la Coppa Italia del 10/11 sempre in nerazzurro, il primo Scudetto. La giusta gratificazione per un calciatore che incarna in toto l'essenza Inter.
Andrea Ranocchia: cucito sul petto, il tricolore è tuo! (Meritatamente).