Saranno Fumosi – Geoffrey Kondogbia, il Re Scorpione
Una rubrica ideata da Sabatino Durante e Raffaele Garinella che si occupa degli ex calciatori nerazzurri che hanno deluso le aspettative. Più fumo che arrosto. Saranno fumosi.
Sembrava tutto fatto per il trasferimento di Geoffrey Kondogbia al Milan. Era il giugno di sei anni fa e Milan e Inter venivano da una delle stagioni più brutte della loro storia. Entrambi le società stavano cercando di rinforzare le squadre, con l'Inter allenata da Mancini e il Milan che aveva appena affidato la panchina a Mihajlovic. L'a.d. rossonero Galliani sembrava essere in assoluto vantaggio sulla concorrenza per l'acquisto dell'allora centrocampista del Monaco. Si era trovata addirittura la formula e le cifre per l'acquisizione del francese: 40 milioni di euro pagabili in due anni.
Ecco allora che Piero Ausilio e Marco Fassone – allora dirigente dell'Inter – pensarono bene di inserirsi nella trattativa per Kondogbia e scatenare una guerra di mercato con i rossoneri. Galliani stava intuendo che questa concorrenza potesse diventare dannosa, infatti dichiarò delle frasi abbastanza significative. “Chi vince fra noi e l'Inter si dissangua. La concorrenza ha fatto esplodere il prezzo del cartellino e Kondogbia ora chiede parecchi milioni per essere convinto“. Fu così che l'ex a.d. del Milan lasciò che il giocatore si trasferisse dall'altra parte dei Navigli. L'Inter dunque acquistò le prestazioni sportive del giovane centrocampista per 31 milioni di euro più bonus.
I tifosi nerazzurri furono totalmente entusiasti per questo colpo, pensando di avere in squadra il 'nuovo Paul Pogba'. Chi non ricorda la gioia di Fassone, il ballo di Kondogbia, con tanto di maglia nerazzurra numero 7 in mano, per il trasferimento dell'estate? La verità è che probabilmente tutti i tifosi nerazzurri avevano passato un'estate nel deserto, in cui il tentativo di migliorare la squadra sembrava più una missione in cerca dell'acqua tra le sabbie del Sahara. Tutti vedevano realmente il nuovo Pogba arrivare in nerazzurro, come fosse stata un'allucinazione da alte temperature. La realtà ci ha poi raccontato che Geoffrey era tutto fuorché una fonte d'acqua nel deserto, un'oasi, ma anzi somigliava piuttosto ad uno Scorpione velenoso, oltre che tossico per chi lo vedeva indossare la 7 nerazzurra ogni domenica.
Resterà ad Appiano Gentile per due stagioni, totalizzando 56 presenze, due gol e tantissime panchine. Una delusione enorme per i tifosi ma anche per la dirigenza nerazzurra, la quale ha investito un patrimonio per un flop. E pensare che poi la carriera dell'ex Monaco non è certo andata in discesa, anzi. Accasatosi per tre anni al Valencia (6 gol in 82 presenze), le sue prestazioni gli sono valse la chiamata di Simeone all'Atletico di Madrid, capolista attuale della Liga e frequentatrice assidua del prestigioso salotto tra le migliori otto d'Europa.
Kondogbia è diventato giocatore vero, ora sì, dopo un decennio di proclami non rispettati. Dissetante per i tifosi, come acqua nel deserto, e non più tossico come uno Scorpione, per Geoffey si è addirittura parlato di un potenziale ritorno a Milano nella prossima sessione estiva di mercato. Notizia che ha lasciato confuso e stordito più di un tifoso nerazzurro, che non saprebbe se abbeverarsi o piuttosto nascondersi da uno dei calciatori più fumosi della storia interista. Geoffrey, il Re Scorpione.