(ID), Pistocchi pt.1: “Episodi Juve-Inter? Ci vogliono regole più chiare”
La prima parte della nostra esclusiva intervista a Maurizio Pistocchi che ha parlato di vari argomenti inerenti all’Inter
Grande appuntamento questa sera con la trasmissione de La Voce Nerazzurra, Tango e Cash. Insieme a Nico Spinelli e Luca Bilanzuoli, un grandissimo ospite come Maurizio Pistocchi che ha parlato di tanti temi, di Inter e di tanti aneddoti.
Ecco le sue parole:
Sugli episodi di Juventus-Inter: “Credo che la partita del 26 aprile del 1998 fu uno scandalo senza precedenti. Ci sono stati 13, 14 o 15 errori clamorosi. Quell’arbitraggio di Ceccherini è stato a senso unico. Quello dell’ultimo Juve-Inter è stato fatto di cattive interpretazioni, in cui il VAR è intervenuto quando non doveva e lo ha fatto nell’episodio del rigore che non c’era ed è stata fatta una figuraccia mondiale. L’arbitro è andato in confusione e si è fatto condizionare da alcuni giocatori tra cui Chiellini che è un ragazzo intelligente, laureato, molto forte, ma che non usa mezzi che non sono leciti. Così come Cuadrado che ha fatto lo stesso. Non li vorrei mai nella mia squadra del cuore. In Italia Machiavelli disse che il fine giustifica i mezzi, ma nello sport non dovrebbe essere così perché noi vorremmo vedere uno spettacolo in cui si usano mezzi leciti. Per me la Juve ha giocato meglio dell’Inter in undici contro undici, ma tutti i gol sono nati da situazioni casuali. Mi aspettavo di più dall’Inter nel primo tempo, nel secondo ha giocato solo lei per la superiorità numerica. Quest’anno l’Inter ha fatto fare le partite nel primo tempo, facendo correre gli avversari, per poi attaccare nel secondo. E’ stata una partita interessante per capire le carenze delle due squadre. Io pensavo che la Juve fosse la più forte come organico come il Napoli. Ha un giocatore che condiziona come Ronaldo che fa alcune cose e altre no. Pirlo ha spiegato la sostituzione dicendo che c’era bisogno di sacrificarsi e questo non è positivo”.
Su Juve-Inter del 1998: “E’ un difetto presente nella nostra cultura sportiva perché ci sono giocatori squadre che nel nostro calcio sono state tutelate per numero di tifosi e investimenti. Il giorno dopo di quella moviola del ’98 i telefoni a Mediaset squillarono all’impazzata perché quella moviola fu vista da milioni di persone e ricordo che facemmo la riunione di redazione con Raimondo Vianello e disse che con quegli ascolti non potevano lincenziare Pistocchi (ndr, ride). Lui sapeva scherzare facendo cose serie, affrontavamo argomenti scomodi e lo faceva con il sorriso sulle labbra. Lui non mi ha mai detto perché avessi fatto qualcosa o meno, io facevo la moviola di otto o dieci partite, seguivo le gare, contattavo gli inviati e lui non mi ha mai detto nulla. Dico una cosa che può sembrare forte: in quei nove anni non ho mai avuto richieste dalla redazione protezione per il Milan, anche perché sapevano che me ne sarei fregato”.
Sull'invenzione della prova tv: “Nella partita Cremonese-Foggia fu espulso Chamot e feci vedere un documento. Prima non c’erano le telecamere che ci sono oggi. Io con la sedici metri riuscii a beccare che Chamot non c’entrava nulla e da quell’episodio fu introdotta la prova tv. In una partita fu espulso Van Basten e grazie al video mandato di un tifoso dimostrai che non meritava l’espulsione Van Basten, ma Aldo Serena”.
Sulla moviola in campo: “Sono stato uno dei fautori della moviola in campo, ma oggi ho qualche dubbio. Pensavo che la tecnologia risolvesse problematiche, ma per come è gestita non è così. Non può essere il calcio uno sport televisivo per gli episodi. Il protocollo è sbagliato, interviene solo in caso ed evidente errore, ma quando lo è? Per Irrati nel caso di Cuadrado non lo è stato. Bisogna dare dei paletti. Poi c’è la qualità degli arbitri italiani che dopo tanti anni di gestione Nicchi è a livello zero e l’unico arbitro italiano agli europei sarà Orsato e questo vuol dire che il livello dei nostri arbitri è disastroso. Addirittura ultimamente c’è stata la polemica dell’alterazione dei voti agli arbitri. Quindi c’è un sistema sbagliato. Un arbitro internazionale mi disse che lasciò la designazione arbitrale perché nelle serie inferiori venivano fatte pressioni per promuovere degli arbitri e questo me lo disse dopo Calciopoli. Poi, gli arbitri bravi ci sono, come quello di oggi in Cittadella-Monza, in cui hanno vinto i veneti. Il bello del calcio è questo, Davide che batte Golia. A me manca molto uno scudetto alla Samp, alla Roma, alla Lazio o al Cagliari. Ricordo il Cagliari di Riva e non avete idea dell’entusiasmo che trasmetteva. Bisogna cambiare il sistema con regole più ferree come gli sponsor della FIGC perché non è normale che accetti sponsor di proprietari di una squadra di calcio e che investono milioni di euro in pubblicità come Exor. Non è normale, condiziona il comportamento di giornalisti, editori e tanti altri addetti ai lavori. Nel 1991 realizzai un libro con gli appunti di Giorgio Ghezzi. Metto in piedi questa situazione e lo stampiamo alla Conte Editore a Bologna, editore del Corriere dello Sport Stadio. Io ho un appuntamento con il grafico e sul tavolino dove ci accingiamo a vedere le bozze trovò un menabo di Urrà Juventus e chiedo perché. Mi si disse che lo facevano loro. La cosa più bella del calcio è la passione degli italiani che dimenticano tutto e passa tutto in cavalleria. Ho sempre cercato di non fare così. Negli anni 2000 dopo essere stati fuori dai programmi in prima serata. Piccinini subentrò a Vianello e mi disse di fare la moviola. Poi lui mi disse che aveva cambiato idea e allora dissi che sarei stato a caso. Nel 2004 mi occupai delle partite con Alberto D’Aguanno e mi accorgevo di cose strano e ci si accorgeva che la squadra che faceva più falli aveva meno ammoniti e meno espulsi. Mi accorsi di tutto e lo dissi pubblicamente e venni trattato come San Giovanni che predica nel deserto. Quando uscì lo scandalo tutti furono stupiti, ma non posso pensare che lo fossero davvero altrimenti hanno sbagliato mestiere. Con Calciopoli io ho preso posizioni nette e ne ho pagate le conseguenze. I tifosi della Juve hanno fatto anche una petizione per avere il mio licenziamento da Mediaset. In tanti fanno finta di niente, ma io no. Mio padre mi ha insegnato a rispettare gli altri e non posso tradire la fiducia dei telespettatori”.