Dulcis in fundo: le gloriose partite nerazzurre di fine campionato

Dulcis in fundo è un'espressione pseudo-latina che, all'orecchio di un parlante italiano, significherebbe “il dolce giunge alla fine del pranzo”. Come tale è considerata da Giuseppe Fumagalli (“Il dolce viene in fondo”). Nella lingua italiana è ormai divenuto un classico proverbio, spesso ripetuto con riferimento a fatti a lieto fine, a notizie buone lasciate di proposito per ultime, ma spesso anche in tono ironico o in senso antifrastico, con senso simile a «ora viene il bello».

Le gare dell'Inter, nell'ultimo ventennio, sono spesso coincise con la gioia finale proprio alla 38esima di campionato, all'ultima chance, insomma.

Tutti ricordiamo il diluvio di Parma del 2008, ultima di Serie A appunto, con l'Inter ancora in corsa per lo Scudetto, e con la Roma prima a giocarsela fino all'ultimo. Quel giorno, sotto l'acqua scrosciante del Tardini, Zlatan Ibrahimovic entrò ad inizio ripresa e, con una doppietta, regalò il Tricolore a Roberto Mancini: «Le facce di tutti avevano riacquistato colore. Più che aver fatto gol, era come se li avessi salvati dall’annegamento». Senza la sua doppietta, molto probabilmente quel giorno l’Inter avrebbe finito per annegare nelle sue insicurezze. E invece Ibra regalò proprio quel dulcis in fundo che tutta l'armata nerazzurra meritava.

Due anni dopo c'è ancora la Roma sulla strada verso la gloria, stavolta con José Mourinho in panchina. Era l'anno del Triplete, il 2010, quello in cui un Re – anche se lui preferiva Principe – Mida toccò le sorti interiste trasformandole in oro. Stiamo parlando proprio di Diego Alberto Milito, che concluse un campionato da urlo timbrando anche la rete decisiva contro un agguerrito Siena. Dopo aver anche rischiato nel primo tempo, i nerazzurri passano al 57’ con l'ex Genoa e portano a casa il diciottesimo Scudeto. Quello più difficile e più discusso, ma per forza di cose il più bello.

Saltando alcuni anni bui della storia interista, si arriva al 21 maggio del 2018. L'Inter manca l'appuntamento con la Champion's League da ben sette anni, e il ponte tra l'oblio è la gloria è ancora una volta l'ultima di campionato, e c'è nuovamente una romana a metaforizzarsi come un ostacolo. La partita è Lazio-Inter. Al termine di una gara folle, la squadra di Spalletti riesce a battere in rimonta i biancocelesti e si qualifica per la fase a gironi della Champion's. Dopo il vantaggio dei padroni di casa con l'autogol di Perisic e il pareggio di D'Ambrosio, il primo tempo si chiude con la Lazio avanti grazie allo splendido contropiede di Felipe Anderson. Nella ripresa i biancocelesti controllano la gara, ma in 4 minuti cambia tutto: rigore per l'Inter, espulsione di Lulic e vantaggio definitivo di Vecino. L'uomo del destino.

L'ultima emozione in extremis la regala l'anno dopo, il 2019, quando l'Inter si ritrova nella medesima situazione dell'anno precedente, con la Champion's da agguantare ancora all'ultima giornata. Inter-Empoli. Match ricco di emozioni al 'Meazza', dove la squadra di Spalletti agguanta nuovamente per i capelli il 4° posto grazie ai gol di Keita Balde e Nainggolan, e alle parate di Handanovic, mentre Icardi fallisce il rigore del 2-0. Non basta il momentaneo pari di Traoré ai commoventi toscani, condannati alla B.

Una serie di ultimi eventi lietissimi per i nerazzurri, che ospiteranno l'Udinese domenica a campionato già chiuso. Le soddisfazioni da togliersi, tuttavia, non sono ancora terminate per un ambizioso come Antonio Conte. Dulcis in fundo è tradizione, ed il tecnico pugliese vorrà sicuramente perseguirla.