Una nuova bellissima puntata del podcast de La Voce Nerazzurra, “I Gemelli e Saba”. Insieme ai nostri giornalisti Raffaele Garinella e Mario Spolverini e all’agente FIFA Sabatino Durante un ospite d’eccezione come l’ex tecnico nerazzurro Andrea Stramaccioni. Non solo, ma è intervenuto insieme a noi anche una grandissima penna del nostro giornalismo come Luigi Garlando de La Gazzetta dello Sport.
Ecco le loro parole:
Stramaccioni sull'esperienza all'Inter: “Quello che ho vissuto all’Inter è particolare e unico. Io sono entrato dal basso. Entrando dal settore giovanile mi sono legato a tutti, dal cuoco al giardiniere ai ragazzi del settore giovanile. Anche con i tifosi. Il ricordo più bello? Tanti, i tifosi mi hanno fatto capire che sono straordinari. Quest’anno, con lo scudetto, è stata sfortunata perché c’è stato lo stadio vuoto e noi facevamo tanti spettatori quando arrivavamo sesti. Un ricordo bello è l’applauso di tutto lo stadio quando sono tornato a San Siro con l’Udinese e non lo merito per i risultati che ho avuto. Adesso lo possiamo dire perché sono passati degli anni, sono un ragazzo semplice nato a Roma da genitori semplici e in quel derby quella reazione è stata di cuore. C’erano state delle cose che non mi erano piaciute e il fatto che il Milan attaccava in dieci contro undici, sembrava che di fronte avessero la Nord. E lì mi è uscito tutto (in riferimento all'esultanza post-derby vinto, ndr)”.
Garlando: “Mi fa piacere riparlare con Strama, ed è stato un periodo bello. Forse ha pagato l’occasione avuta così presto, forse avrebbe meritato di più. Non bisogna confondere la sua esperienza con quella di Pirlo. Stramaccioni aveva già dimostrato delle cose, pian piano ha vinto in tutte le giovanili della Roma. Poi è arrivato all’Inter del post-Triplete in un momento particolare. Ha fatto vedere un bel calcio e tante belle cose. Ma anche le altre esperienze ad Atene e Praga o in Iran, vuol dire hai un bel bagaglio. Il disorientamento di Pirlo è tutta un’altra cosa. Mi auguro di vederlo in Serie A anche se è difficile perché ci sono tanti allenatori fuori. Ma chiedo a Strama quale sarebbe la sua squadra ideale per rientrare?”
Stramaccioni: “Lo Stramaccioni di oggi uno con 15 anni di campo. All’Inter ho commesso errori e ho fatto errori che con esperienza non avrei fatto e parlo di cose fuori dal campo. Poi l’esperienza all’estero mi è servita perché hai a che fare con calciatori stranieri, non è sempre facile parlare in inglese perché in italiano abbiamo tanti aggettivi rispetto all’inglese. Quando sento dire che la mia esperienza all’Inter è arrivata troppo presto, io dico che è una cosa che è capitata. Io mi ricordo che il presidente aveva questa idea di farmi fare nove partite finali e Piero Ausilio mi aveva detto ad Amsterdam di fare il mio percorso perché all’Inter c’era una situazione particolare, uno spogliatoio particolare. Ma cosa avrei dovuto fare? Io sono rimasto legato a tantissimi giocatori. Con Chivu, ho avuto Stankovic a Udine. Sono legato al presidente Moratti”.
Stramaccioni sulle nove vittorie di fila: “Come statistiche mettemmo quelle vittorie consecutive la partita dopo dello Stadium, ma dopo la partita con la Juve si infortunarono Samuel e Ranocchia. Per me quando ho perso quei giocatori è stata dura, ricordo le mani nei capelli per l’infortunio di Milito, o anche quando anche Zanetti si rompe il tendine d’Achille a Palermo, vuol dire che qualcosa non va. Io ricordo che con il Tottenham stavamo ribaltando una partita con Pasa e Benassi. Per me quegli infortuni sono stati un bel problema.