L'Associazione Italiana Arbitri (per ora) tace nonostante il finale di stagione è segnato dalle polemiche. Dal caso Benevento, passando per Juventus-Inter fino ad arrivare alla finale di Coppa Italia le decisioni dei fischietti hanno alimentato dubbi, liti fra tifosi via social network e persino risate: come quelle dei giornalisti inglesi dopo il rigore concesso, sabato pomeriggio, a Cuadrado durante la partita contro i nerazzurri di Antonio Conte. Nel mirino è finito anche l'utilizzo (o meno) del Var: quello che doveva essere l'antidoto alle controversie si sta invece rivelando la benzina sul fuoco delle diatribe.
Cominciamo da Benevento-Cagliari, match decisivo per la salvezza. Si conclude con la vittoria per 3-1 in favore dei rossoblù. Sul punteggio di 2-1 in favore dei sardi, Doveri concede un rigore per l'entrata di Asamoah su Viola. Il replay mostra il contatto tra le ginocchia dei due, poi Viola accentua la caduta. Il Var decide di richiamare l'arbitro a differenza della settimana precedente quando Fabbri annullò il possibile raddoppio del Napoli ai danni proprio del Cagliari su un'azione più o meno simile. Doveri va al monitor e toglie il penalty. A fine gara il presidente giallorosso Vigorito attacca senza mezzi termini l'addetto al Var Mazzoleni. Sull'episodio interviene anche il tecnico, Filippo Inzaghi, che a Sky Calcio Club dichiara: “Se una persona come Vigorito, che in 15 anni non si è mai lamentato una volta, perde la brocca in quel modo vuol dire che è successo qualcosa di inconfutabile. Lo stesso Var una settimana prima non è intervenuto in un caso identico in Napoli-Cagliari e l'arbitro mi ha spiegato che il tocco c'era stato, ma era lieve. Ma lui aveva dato rigore e il Var non può intervenire perché non può valutare l'entità di un tocco”. L'allenatore ha poi proseguito: “Vi sembra normale mandare lo stesso Var che ha avuto un sacco di polemiche una settimana prima in Napoli-Cagliari nello scontro salvezza contro di noi? Bastava poco per togliere qualsiasi dubbio. Ci voleva soltanto un po' di accortezza, perché qualunque cosa avesse fatto Mazzoleni ci sarebbe stata polemica. Gli arbitri quando sbagliano vengono messi 2-3 giornate a riposo, questo deve valere per tutti. Io voglio che i miei giocatori piangano a fine stagione perché siamo retrocessi sul campo, non per questi episodi”.
Primo 'dubbio'. Qual è la linea dei Var? Intervenire non solo in caso di errore chiaro, come prescritto dal protocollo, ma anche in caso di episodio dubbio? Perché l'Aia non ha chiarito? Si può infatti innescare una conseguenza: situazioni simili valutate diversamente. Anche perché il regolamento del Var parla di suo possibile intervento in caso di “chiaro ed evidente errore dell'arbitro”. Insomma: una precisazione che non semplifica ma, ci pare, complica un po' le cose.
Arriviamo a Juventus-Inter e al rigore concesso su Cuadrado (gli altri episodi li tralasciamo: ad esempio il fischio su Lautaro arriva prima che l'argentino entri in 'possesso' del pallone quindi non si può parlare di rete annullata). Se in Italia si è innescata la classica bufera – e i tifosi si sono scontrati a mo' di achei contro troiani – a togliere ogni dubbio se fosse o meno calcio di rigore ci hanno pensato i giornalisti inglesi. “Ah! Ah! Ah! Perisic fa qualcosa di male? Nulla”. Se da un lato la partita non era decisiva per lo Scudetto, dall'altra lo era e lo è per la corsa a un piazzamento in Champions League. La Juventus di Andrea Pirlo, a oggi, non può infatti accontenarsi di vincere l'ultima giornata a Bologna ma deve sperare in un passo falso di Milan o Napoli. Il rigore che ha portato alla vittoria contro l'Inter ha però tenuto in vita questa speranza. Se il risultato fosse stato diverso…
Tant'è.
Secondo dubbio. L'ex arbitro Luca Marelli commenta così a calciomercato.com: “Dalla sua posizione, lontanissima, non so cosa abbia potuto vedere e giudicare Calvarese. Il giocatore dell'Inter non fa niente, non porta la gamba verso Cuadrado, è il giocatore della Juve ad allungare enormemente la sua gamba verso Perisic per cercare il contatto. In questa occasione non c'è assolutamente niente! Dopo tre interventi Var completamente fuori logica, l'unico che avrebbe avuto un supporto nel protocollo era questo, poiché Calvarese aveva visto qualcosa che non c'era proprio. E invece Irrati qui non è intervenuto”. Quindi 'ci risiamo': il Var viene utilizzato 'a sentimento' o è qualcosa di regolato da un protocollo che tutti devono applicare? Per questa riflessione ci aiutano le parole proprio di Marelli: “Se ad esempio un rigore c'era e non era stato dato, non vuol dire che in automatico il Var dovesse intervenire”.
Infine eccoci alla finale di Coppa Italia di ieri sera (mercoledì 19 maggio).
L'episodio vede ancora protagonista Cuadrado. Il bellissimo gol di Kulusevski nasce da un intervento irregolare del colombiano su Gosens. L'esterno juventino va in scivolata sull'avversario nel tentativo di anticiparlo. Cuadrado riesce ad arrivare sul pallone e a calciarlo lontano ma travolge Gosens: il contatto c'è, è netto, evidente. Sul ribaltamento di fronte, appunto, arriva il vantaggio della squadra di Pirlo. L'Atalanta chiede l'intervento del Var ma… ma il Var non può intervenire. Perché? Il protocollo individua l'azione che porta alla realizzazione di un gol quella a oggetto di revisione. Inizia nel momento in cui la squadra che va in rete guadagna definitivamente il possesso del pallone. Nel caso del gol di Kulusevski, inizia successivamente al contrasto tra Cuadrado e Gosens. Sul rinvio del colombiano interviene di testa Palomino che 'restituisce' però la sfera alla Juventus. Ma l'errore resta: l'arbitro Massa avrebbe dovuto assegnare un calcio di punizione all'Atalanta sin dal primo momento. Il contrasto è da considerarsi discretamente violento. È quindi passibile di cartellino rosso? Si poteva andare a rivedere?
Come abbiamo analizzato, il Var è stato chiamato 'a fasi alterne' in queste ultime giornate. Perché?
Ci ricolleghiamo dunque all'inizio di questo nostro intervento. L'Associazione Italiana Arbitri (per ora) tace nonostante il finale di stagione è segnato dalle polemiche. Perché? Cosa costerebbe presentarsi in una conferenza stampa e spiegare caso per caso e soprattutto indicare linee chiare per la prossima stagione? Questa situazione non fa altro che generare, nei tifosi, sospetti, paure. E il calcio, già segnato dai problemi economici dettati dalla pandemia, non ha bisogno di altri fardelli da portare.