La vittoria all’ultima giornata per 5-1 contro l’Udinese ha messo il sigillo definitivo alla vittoria dello scudetto dell’Inter con un totale di 91 punti. Gli uomini di Antonio Conte sono stati protagonisti di una stagione straordinaria, capace di lasciare le briciole alle inseguitrici.
Ecco le pagelle della stagione:
HANDANOVIC, 7: Tra tutti i giocatori in rosa, è quello che, probabilmente, attendeva di più questo momento. Il portierone sloveno ne ha viste di tutti i colori da quando ha sostituito un mostro sacro come Julio Cesar nella porta nerazzurra. Un riconoscimento importante per il lavoro e per la costanza per il capitano. Sicuramente in questa stagione non è stato all’altezza dei suoi standard, con parate che avevano abituato bene i tifosi, ma nei momenti decisivi ha messo la sua firma – si pensi alla doppia parata su Ibra al derby e a quella su Tonali, ma non solo -. Uno scudetto meritato.
RADU, sv: Stagione in cui ha giocato pochissimo, anche se ha fatto vedere di che pasta è fatto nelle due uscite. Ha dato anche lui il suo contributo.
PADELLI, sv: Giusto il riconoscimento dell’ingresso contro la sua vecchia e futura Udinese. Un giocatore e tifoso dell’Inter che ha fatto parte della squadra campione d’Italia.
SKRINIAR, 8,5: Era chiamato alla stagione della riscossa, dopo quella passata in cui aveva perso il posto da titolare, e così è stato. Il difensore slovacco ha ammutolito le critiche ed è tornato ad essere un muro invalicabile per gli avversari. I momenti simbolo di questa sua rinascita, la zampata su Correa nella partita contro la Lazio e la rete nella soffertissima partita contro l’Atalanta. Skriniar è tornato. Skriniar è campione d’Italia.
DE VRIJ, 9: Il maestro della difesa nerazzurra. Ha sempre saputo quando sganciarsi, quando andare all’anticipo e quando attendere. Un giocatore di pensiero capace di carpire prima le intenzioni degli avversari. Oramai è diventato definitivamente un pilastro della difesa nerazzurra.
BASTONI, 8,5: Il bambino d’oro cresce. La passata stagione la sua titolarità era stata vista come una sorpresa, quest’anno come una certezza. Sempre elegante, è migliorato molto nella sicurezza anche in marcatura che lo rendono uno dei più importanti interpreti del ruoli in Europa per l’età che ha.
D’AMBROSIO, 6,5: Quest’anno ha trovato meno spazio rispetto al solito, ma il suo contributo è stato sempre utile. Due sono i momenti topici di D’Ambrosio che hanno portato 6 punti: il gol alla prima partita contro la Fiorentina e quello al Cagliari in rimonta.
RANOCCHIA, 6,5: Anche lui, come Handanovic, meritava questo riconoscimento. Sempre sotto l’occhio del ciclone in passato, adesso, in una squadra decisamente più affidabile, ha saputo farsi trovare pronto dando sicurezza al tutto il reparto.
KOLAROV, 5: Non è stato il Kolarov che ci si aspettava, complici prestazioni non convincenti, una fase della carriera calante e troppi infortuni. E’ arrivato all’Inter per provare a vincere qualcosa, ci è riuscito.
HAKIMI, 8,5: Il fiore all’occhiello della campagna acquisti dell’Inter, ha dimostrato il suo valore e il perché è stato acquistato. Un calciatore semplicemente decisivo in termini di gol ed in termini di assist. Imprendibile negli spazi aperti e forte quando punta l’uomo. Deve migliorare di più nella conduzione palla al piede, ma nel suo ruolo è già uno dei più forti al mondo.
DARMIAN, 7: Leader silenzioso. Leader in termini tecnici. Matteo Darmian è il tipo di calciatore che tutti gli allenatori vorrebbero avere in squadra. Mai un lamento per il poco impiego e mai una prestazione insufficiente. Se c’è un aggettivo per lui è ‘affidabile’. Decisivo nei gol che hanno portato 6 punti contro Cagliari e Verona.
YOUNG, 6: Un inizio un po’ a singhiozzi per l’inglese, dopo una stagione in cui non si è mai fermato. Col passare della stagione è andato sempre più in crescendo.
PERISIC, 7,5: Una delle sorprese dell’undici di Antonio Conte. Tornato dal Bayern dopo aver vinto tutto e dopo non aver convinto, nel ritiro della passata stagione, nel ruolo di esterno sinistro. Quest’anno si è messo a lavorare sodo ed è riuscito non solo a prendere il posto da titolare, ma anche a convincere in un ruolo che alla vigilia nessuno si aspettava potesse ricoprire.
BARELLA, 9: Un motorino. Insieme a Skriniar, il capitano designato del prossimo futuro. Una delle immagini che più si tingono di nerazzurro in questa Inter. Migliorato nell’essere meno irruento, nell’assistenza e nel gol. Ha ancora grossi margini di miglioramento, ma già adesso è un centrocampista totale.
VIDAL, 5: Doveva essere il giocatore di esperienza e che poteva portare mentalità vincente. Non è riuscito a dimostrare in campo quello che ha sempre fatto. Una condizione fisica non sempre eccellente, complice anche alcuni infortuni che lo hanno colpito, ha frenato la sua stagione. Ma i tifosi hanno ancora negli occhi il gol del vantaggio a San Siro contro la Juventus.
BROZOVIC, 8,5: Tanto importante in campo, quanto fondamentale fuori. Il metronomo del centrocampo nerazzurro, la prima barriera davanti alla difesa per arginare gli avversari. Il compagno di squadra che più di tutti stempera le tensioni dello spogliatoio. La stagione di quest’anno di Brozovic è stata una delle sue migliori in cui ha dimostrato di essere un grande giocatore.
SENSI, 5,5: I suoi infortuni non gli hanno permesso di essere in campo per quasi tutta la stagione purtroppo, perché ha qualità da fenomeno e da centrocampista importante. Potrà rifarsi, si spera, all’Europeo con la Nazionale.
ERIKSEN, 8: Il simbolo dello scudetto dell’Inter. Sembrava essere in partenza e fuori dai piani di Conte fino a gennaio. Invece, non solo si è saputo calare nella realtà del calcio italiano, sbloccandosi con una punizione pennellata nel derby di Coppa Italia contro il Milan, ma segna anche il gol scudetto contro il Crotone. Rinato.
VECINO, 6-: Per lui vale lo stesso discorso fatto per Sensi. Mezzo voto in più per la ferocia e la voglia che ci ha messo quando è rientrato, risultando essere sempre uno dei migliori in campo, con il gol alla Roma come premio.
GAGLIARDINI, 6: Un giocatore su cui Antonio Conte fa sempre affidamento. Il primo uomo che il tecnico leccese inserisce quando deve compattare lo schieramento. Un equilibratore in campo.
LUKAKU, 9,5: L’uomo simbolo di questo scudetto. Il capocannoniere della squadra, ha fatto un ulteriore scatto mentale, rispetto alla scorsa stagione, in termini di cattiveria agonistica. Uomo squadra sia fuori che dentro al campo. Altruista e generoso. Il primo ad anteporre il noi rispetto all’io.
LAUTARO, 9: Le sue giocate sono da vero campione. Un giocatore che ha messo nel suo bagaglio più gol rispetto al passato, ma la sua voglia, il suo sguardo cattivo, hanno guidato l’Inter alla conquista dello scudetto. Un fenomeno.
PINAMONTI, sv: Ha avuto pochissime occasioni. Ha avuto la soddisfazione, per un ragazzo cresciuto nel settore giovanile, di firmare il primo gol in maglia nerazzurra.
SANCHEZ, 8: Senza gli infortuni della passata stagione, è riuscito ad essere molto più che un semplice ricambio per le due punte. Numeri importanti quelli del suo campionato, con 7 gol e 6 assist. Sempre più vicino ad essere il giocatore visto al Barcellona.
All. CONTE, 9,5: Il leader di questa squadra. Dopo l’eliminazione in Champions è riuscito a compattare l’ambiente e a renderlo una macchina pazzesca. Qualunque cosa tocchi, diventa oro – trofei in questo caso. L’Inter è una sua creatura ed è diventata a sua immagine e somiglianza. Re Mida.