L'ora dei festeggiamenti in campo dei calciatori è scattata ieri poco prima delle 17, al fischio finale di Inter-Udinese. L'ennesima vittoria nerazzurra, l'ultima di un campionato stratosferico. La coppa alzata, i sorrisi, la gloria centrata da un gruppo fantastico. In realtà, la festa era cominciata ed era imperversata da settimane. Inter Campione d'Italia, senza storie.
Una cavalcata magica che ha rappresentato tanto per i tifosi… e anche per noi. I nostri pensieri, le nostre emozioni all'indomani della chiusura di un campionato indimenticabile.
MATTEO GARDELLI – Ha ragione Michele Serra: L’Inter è una meravigliosa capriola della vita. Se ripenso a 11 anni fa e oggi mi guardo allo specchio, si sono capovolte tante cose: lavoro, amori, amicizie. C’è sempre stata un’unica certezza: l’Inter. E questo Scudetto lo conferma: sembra quasi che nei tratti più bui della strada della nostra vita, l’Inter illumini il nostro percorso al momento giusto.
RAFFAELE GARINELLA – Questo scudetto rappresenta la definitiva consacrazione di Antonio Conte in nerazzurro. Ha emulato il suo antico maestro Trapattoni, inculcando nei suoi calciatori quello spirito battagliero che da sempre lo contraddistingue.
MARIO SPOLVERINI – 11 anni guardando le vittorie degli altri, sommersi da difficoltà e novità che nessuno avrebbe mai messo in conto. Lo scudetto meraviglioso di oggi non deve far dimenticare gli anni passati per evitare di ripetere gli errori. Inter si coming, in Italia. Ora il percorso prosegua, direzione seconda Stella, direzione Europa.
DAVIDE CURRENTI – Dal gol di Milito a Siena al gol di Eriksen a Crotone. Undici anni ad attendere questo giorno di trionfo. In mezzo tante delusioni, il buio totale. Poi la risalita, non semplice, sofferta, ma ricca di nuovi momenti di gioia. Vecino all'olimpico contro la Lazio, due anni fa contro l'Empoli una partita dalle mille emozioni. L'anno scorso ad un passo dall'Europa League, una delusione grande, ma la consapevolezza di essere tornati in alto. Ed ora, mi godo questo trionfo, con le stesse emozioni di undici anni fa: gioia, felicità. Perché anche se siamo grandi, siamo sempre bambini che amano il pallone e i colori Nerazzurri.
ANTONIO RUSSO – Uno scudetto non è mai solo uno scudetto, così come una partita non è mai solo una partita. Da quando sono bambino seguo l'Inter con mio padre, ed è stato lui a rincuorare il me stesso adolescente negli anni bui, ripentendomi sempre la frase: “Non oggi, ma presto torneremo a sorridere”. Questo parole mi hanno dato conforto nei momenti in cui tutto sembrava nero intorno all'Inter, e questo scudetto lo considero un premio per me e mio padre, che insieme, domenica dopo domenica, non abbiamo mai smesso di servire questi colori.
LUCA LEONI – Una promessa è una promessa: “Baratterei volentieri il Triplete con 10 anni di non vittorie” sussurravano i tifosi nerazzurri, un po' come quella di Lukaku: “Ho pensato ai miei nonni, quando mio nonno è morto nel 2005 gli ho fatto una promessa che avrei vinto qualcosa e oggi ci sono riuscito, sono veramente contento”. Entrambe si sono avverate. E poco importa il tempo, ciò che ha realmente importanza è il traguardo raggiunto. Perché se le gioie sono effimere, 10 anni passano lentamente, e in questo arco di tempo abbiamo avuto modo di apprezzare e di assaporare ancora di più la vittoria. E questo Lukaku è l'essenza di questa Inter, uomo che sa mantenere le promesse prima di essere un campione.
VINCENZO MIRTO – Per me questo scudetto rappresenta la svolta per l’Inter. Dopo 10 anni difficili in cui la Juventus ha sempre dominato, abbiamo vinto uno scudetto dimostrando la nostra superiorità dopo una prima parte di stagione al di sotto delle aspettative. Partivamo da favoriti a inizio stagione, ma dopo l’eliminazione in Champions ho avuto qualche dubbio. La squadra, invece, ha saputo reagire nel migliore dei modi e dopo il sorpasso al Milan si è vista l’enorme differenza con le inseguitrici. L’Inter è finalmente tornata grande.
NICOLO' TOCCACELI – La nostra Inter è tornata sull’Olimpo dopo anni, un’impresa alla Hercules.
RICCARDO CISILINO – Rappresenta un brivido incontrollato che sfocia in lacrime di gioia e mi riporta alle emozioni di anni fa. Indescrivibile.
SIMONE SALINES – Questo scudetto per me rappresenta la rivincita di un popolo che non è mai stato abituato ad un digiuno da trofei da 11 anni. Oggi la Pazza Inter torna ad essere finalmente Vincente, e questa è l'unica cosa che conta.
GIANFRANCO ROTONDO – Per me è lo scudetto dell'unità. Dopo tanti anni, si è finalmente visto un gruppo unito che remava in un'unica direzione. E questo non è successo solo all'Inter del campo o alla Pinetina. È stato lo scudetto degli interisti che, anche se non sono potuti entrare allo stadio, sono riusciti a dare il loro supporto alla squadra.
DAVIDE GIANGASPERO – E' la vittoria della multietnicità. Da sempre il requisito fondante dell'interismo e di questo fantastico club. Un successo, tanti sorrisi, sparsi per il mondo. L'Argentina di Lautaro, il Belgio di Lukaku, il Marocco di Hakimi. Tutti insieme, appassionatamente.