(ID) Luigi Prisco pt.1: “Ecco cosa avrebbe fatto mio padre Peppino”
Prima parte della nostra intervista a Luigi Prisco, figlio dell’indimenticato Peppino Prisco, che si è raccontato ai nostri microfoni.
Una nuova bellissima puntata del podcast de La Voce Nerazzurra, “I Gemelli e Saba”. Insieme ai nostri giornalisti Raffaele Garinella e Mario Spolverini e all’agente FIFA Sabatino Durante un ospite d’eccezione come Luigi Prisco, figlio dell'amato presidente Peppino Prisco.
Ecco le sue parole:
Se ci fosse stato ancora il papà cosa avrebbe fatto in una situazione come quella che si è creata tra l'Inter e Conte? Le parole dell'avvocato: “Lui di questioni tecniche non si è mai interessato per principio. Se gli avessero chiesto di farlo lo avrebbe anche fatto, ma non glielo hanno mai domandato. L’unica volta che venne coinvolto in una situazione simile fu quando, nel 1968, Fraizzoli gli chiese d’intervenire per cercare di far rimanere Herrera che invece voleva la Roma. Alla fine il mister andò alla Roma e non si fece convincere anche perché il progetto di Fraizzoli non gli piaceva ed in quell’anno lì andò via anche Allodi“. Una specie di parallelismo con la situazione creatasi in casa nerazzurra: “Ecco noi ora abbiamo un vantaggio o meglio speriamo che Marotta non se ne vada e rimanga“.
Dal possibile parere del padre alla sua visione personale della vicenda: “A me dispiace che Conte se ne sia andato, ma capisco per il tipo di allenatore che è che avrebbe voluto i vari Marcos Alonso, Emerson Palmieri, Kantè tutte cose e calciatori che noi, ad oggi, non possiamo permetterci. Questa cosa però si sapeva da tempo, non sono neanche tanto sorpreso che sia voluto andare via. Secondo me lo sapeva pure lui, perché da persona intelligente aveva sicuramente capito la situazione attuale. Tanto è vero che nelle ultime giornate si è rifiutato di parlare con i giornalisti in modo tale che non gli scappasse detto qualcosa in merito“.
Un parere forte è chiaro che però riconosce i meriti del tecnico salentino: “C’è comunque da mettere in evidenza che Conte ha dato all’Inter quello che l’Inter non aveva da tempo, ovvero dai tempi di Mourinho: la capacità di sacrificarsi in campo, di sputare i polmoni, il fegato, il cuore e la milza pur di non concedere niente all’avversario. Questo aspetto è stato inculcato molto bene da Conte alla squadra e spero che questo insegnamento resti e che ne possa trarre giovamento anche Inzaghi se verrà, perché queste non sono le sue caratteristiche. Lui le squadre le fa giocare anche bene, il fatto è che dopo hanno qualche cedimento, qualche distrazione, perdono le occasioni fermandosi ed incagliandosi . Questo, solitamente, avviene a metà del girone di ritorno, ho notato, e sarebbe una cosa che mi darebbe molto fastidio”.
Sul futuro quindi: “In sintesi chi potrebbe dare la grinta e la carica necessaria per affrontare determinate situazioni potrebbero essere, lo spero, proprio i calciatori che hanno imparato questa lezione di carattere da Conte. In quest’ultimi 10 anni abbiamo avuto molti bravi allenatori, ma nessuno che ha fatto dimostrare alla squadra il carattere visto quest’anno ed io credo che quest’aspetto non se ne andrà via immediatamente della serie se n’è andato Conte se ne va il carattere, anzi rimane un’impostazione. Quest’ultima può essere portata avanti da Barella che quanto a carattere potrebbe dare lezioni allo stesso Conte. Perciò sono abbastanza sereno, l’importante è che non se ne vadano via altri calciatori. Quello sarebbe preoccupante“.