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Prisco ieri a I Gemelli and Saba: Sarri, Conte, il derby, l’interismo

Una nuova bellissima puntata del podcast de La Voce Nerazzurra, “I Gemelli e Saba”. Insieme ai nostri giornalisti Raffaele Garinella e Mario Spolverini e all’agente FIFA Sabatino Durante un ospite d’eccezione come Luigi Prisco.

Una nuova bellissima puntata del podcast de La Voce Nerazzurra, “I Gemelli e Saba”. Insieme ai nostri giornalisti Raffaele Garinella e Mario Spolverini e all’agente FIFA Sabatino Durante un ospite d’eccezione come Luigi Prisco, figlio dell'amato presidente Peppino Prisco. Rivediamo un estratto.

Su Sarri e Mazzarri: “Sarri non mi è simpatico. È un bravo allenatore, ma se Lukaku sta dieci metri a destra s’incavola perché vuole i calciatori schierati con la precisione che concilia male con l’attacco che, a mio parere, non dovrebbe essere vincolato da schemi ma dovrebbe avere un po’ più di libertà. Per quanto riguarda Mazzarri con noi ha fallito, accidenti, aveva una squadra mediocre per carità però adesso pregherei di non svalorizzare troppo la vittoria dell’Inter attuale in quanto fino a tre mesi fa si parlava ancora di Milan probabile vincitore dello Scudetto e non si faceva altro che magnificarlo. Adesso abbiamo messo le cose a posto”.

Sulla mentalità vincente inculcata da Conte: “Altra cosa, per me, per vincere non si può prescindere dalla mentalità vincente è la prima cosa poi viene ovviamente tutto il resto come anche il bel gioco che viene per ultimo. Le fondamenta non sono mai le parti più belle di una casa, ricordiamocelo. Noi ora le abbiamo messe le fondamenta e credo dunque che la funzione di Conte, in definitiva, sia terminata qua. Lui ha inculcato ai giocatori una certa mentalità ed una certa grinta e che adesso, con questa nuova mentalità possano facilitare il lavoro di Inzaghi – se verrà – oppure di qualsiasi altro”. Ed ha aggiunto: “Noi abbiamo fatto una grande cosa con la squadra che abbiamo. Probabilmente, lo stesso gruppo, cinque anni fa sarebbe arrivato secondo/terzo. Avremmo fatto il nostro bel campionato, perdendo le solite occasioni, e basta. A me ha fatto impressione la ferocia con la quale abbiamo affrontato il derby di ritorno. È lì che abbiamo capito che potevamo vincere, almeno io l’ho capito quella volta lì”.

Sull'interismo del passato in relazione al calcio moderno: “Questa è un’Inter che ha vinto lo Scudetto senza alcun potere politico ed ha dimostrato che è possibile farlo, poi è anche una scelta. Si pensi alla famiglia Moratti, se ha deciso di non inserire nessuno a palazzo ci sarà un motivo non sicuramente perché non era influente. Mi ricorderò sempre quando ero piccolino che mio padre mi raccontava con sconcerto che, per la vicenda della partita che venne fatta ripetere nel 1961, l’ufficio di Umberto Agnelli era attiguo alla Camera di Consiglio della CAF. Con questo ho detto tante cose. Se a loro piace vincere in quel modo sono affacci loro, se a noi non piace e ci lamentiamo è molto meglio vincere così, ne siamo orgogliosi”. Precisando poi: “Quando comunque c’è stato modo di fare giustizia l’Inter si è attivata e si è fatta valere, parlo dei tempi di Calciopoli. Comunque non abbiamo influito né nella questione della giustizia sportiva né in quella penale. La Juventus ne è uscita massacrata perché lo meritava non perché l’Inter aveva esercitato qualche potere. Magari qualche pressione c’è stata per l’assegnazione dello Scudetto, ma la reputa una sorta di risarcimento danni – molto parziale – di quello che avevamo subito in passato”.