La giornata di ieri, giovedì 27 maggio, ha sancito i 'ribaltoni' sulle panchine di Inter e Juventus. Nel primo caso manca solo l'annuncio di Simone Inzaghi, dopo la risoluzione consensuale con Antonio Conte; in casa bianconera è già stato invece formalizzato il ritorno di Massimiliano Allegri. La Gazzetta dello Sport analizza come “una carambola di sorprese così era difficile da immaginare. L’onda lunga di un campionato anomalo sta cambiando i connotati di quasi tutti i club. La Juve è tornata alle certezze di Allegri dopo aver sperimentato soluzioni diverse (Sarri) e preso il rischio di una scommessa (Pirlo). L’Inter, che ha coronato solo poche settimane fa l’inseguimento allo scudetto assente da una vita, è rimasta senza le certezze (Conte) e preso il rischio di una scommessa (Simone Inzaghi). Con una differenza non banale: la Juve il ribaltamento l’ha voluto, l’Inter no”.
Nel suo articolo Stefano Barigelli spiega che “Simone Inzaghi è un tecnico che somiglia a Conte nel pensiero tecnico, ma è tutto diverso, e ci mancherebbe, per quanto riguarda il resto dell’armamentario che si porta dietro ogni allenatore. Diverso il modo di gestire i giocatori, diverso il modo di porsi con la società”. La Gazzetta sottolinea poi come “Zhang ha spiegato le difficoltà che deve affrontare e risolvere. Ridimensionamento dei costi e taglio del debito. Fare un utile di 100 milioni sul mercato non sarà facile, anche se da Campioni d’Italia è aumentato il valore di chiunque oggi sia nella rosa nerazzurra. Inzaghi non sarà di sicuro un tecnico che ostacolerà o renderà difficoltose le operazioni della società. Non lo ha mai fatto alla Lazio, a maggior ragione non lo farà ora all’Inter”. Il quotidiano sportivo rimarca poi che “il club ha però la responsabilità, oltreché dei conti, anche dei milioni di tifosi che rappresenta. Si può alleggerire il peso del monte ingaggi perdendo il meno possibile dal punto di vista tecnico. Fare a meno di un paio di titolari, restando una squadra competitiva in Italia e in Europa è possibile, purché si investa bene, preferibilmente in giovani di talento. Ci sono esempi in Italia, e non solo, di società che hanno saputo tenere insieme bilancio virtuoso e risultato tecnico. Alleggerirsi senza indebolirsi è la sfida che deve affrontare l’Inter“.
Per questi motivi, secondo la Gazzetta dello Sport, Inzaghi “ha davanti un Everest di attese enormi da scalare: fare un campionato di testa, andare avanti in Champions League dove c’è tutto un altro calcio. Non può farlo senza il sostegno convinto e totale della società. Se però Marotta ha cercato fino all’ultimo Allegri significa che non ha rinunciato a grandi obiettivi, non li cambierà solo perché ha dovuto sterzare su Inzaghi”.