Per i pochi che non lo sapessero, Carlo Cottarelli è uno dei più prestigiosi economisti italiani, impegnato da anni sul tema della spending review, incaricato di formare Governi e, dulcis in fundo, tifoso nerazzurro appassionato come pochi altri tanto da aver creato un paio di anni fa una società, “Interspac”, destinata a raccogliere tifosi più o meno importanti decisi a sostenere il club nerazzurro.
“Nelle prossime ore avremo qualche notizia da dare sull’idea di azionariato popolare nell’Inter. C’è grande interesse per l’iniziativa, inizialmente dovremmo entrare in quota di minoranza poi si vedrà in base a quanto tifosi vorranno partecipare al progetto”.
Queste parole, senza condizionali, senza forse, senza però, pronunciate oggi da Cottarelli ai microfoni di Radio Rai, segnano uno spartiacque nella storia dell’Inter e del calcio italiano perché è evidente, se un personaggio di questa caratura dice che ci sono notizie da dare significa che i passi che dovevano esser fatti (con Suning) dovrebbero stati compiuti. E quell’avverbio, “inizialmente”, spiega ancora di più, lascia intravedere scenari a dir poco rivoluzionari.
Una “sommossa” che l’economista sogna da tempo, non da visionario spinto da spirito di avventura e di tifo ma da economista lucido, realista, consapevole che un nuovo scenario non sia una bestiaccia da respingere come troppo spesso accade in questo paese ma una strada da perseguire per salvarsi prima, per crescere poi.
Barcellona e Bayern restano esempi dalle dimensioni irraggiungibili almeno per ora, ma la stella cometa indica quella strada, da percorrere con le cautele del caso ma con determinazione, il calcio business è una realtà ma l’importanza dei conti non può essere scissa dal capitale vero dei club, i tifosi.
Quei tifosi che ancora oggi molti, troppi, considerano un simpatico “bancomat” da cui attingere risorse fresche tramite abbonamenti, gadget, iniziative varie e non da ultimo partecipazione ai social. Gli eventi di qualche settimana fa della Superlega dovrebbero aver aperto gli occhi ai miopi signori del calcio, difficile fare rivoluzioni senza il loro consenso. Chi lo ha capito subito? In Inghilterra ovviamente, United e Arsenal coinvolgeranno rappresentanti del tifo nei rispettivi Cda mentre (notizia di oggi) a Glasgow i Rangers mettono in vendita azioni del club ai supporters.
Gli stessi tifosi che, opportunamente organizzati, possono offrire l’ancora di salvezza più concreta e meno costosa ai club in questo momento di enorme difficoltà. Non si tratta di sfruttare la loro passione come qualche maligno starà già pensando e scrivendo, si parla di trasformare fruitori appassionati in protagonisti della vita del club.
La storia dell’Inter fin dalle origini parla di apertura al nuovo, agli altri, ad una visione del futuro che altri rifuggono. Il lavoro di Carlo Cottarelli si inserisce in questa tradizione, offre una speranza a migliaia di persone che oggi ed in passato hanno sognato di vivere questa esperienza. Sarà interessante osservare fin da subito i pro e i contro perché quando inizia una rivoluzione bisogna scegliere da che parte stare, a testa alta e schiena dritta.