Inter-Vidal: un matrimonio costoso. Ingaggio, presenze, incidenza: tutti i numeri del pasticcio
Il matrimonio tra l’Inter e Vidal è stato fortemente voluto, ma non ha dato i risultati sperati. Quale sarà il futuro del cileno?
“Questo matrimonio non s'ha da fare, né domani, né mai”. Così, uno dei bravi, sussurrò all'orecchio di Don Abbondio nell'opera di Manzoni I Promessi Sposi. L'occasione era l'imminente matrimonio tra Lucia Mondella e Renzo Tramaglino, due giovani innamorati, protagonisti dell'opera che dopo varie vicissitudini… Evitando di spoilerare il finale, tale storia può essere presa a parallelismo dell'”idillio d'amore” tra Antonio Conte – ex tecnico nerazzurro – e Arturo Vidal.
Un matrimonio cercato e fortemente voluto, basatosi sulla precedente relazione tra i due ai tempi dell Juventus Campione d'Italia, macchina perfetta e ben oleata tra il 2011 ed il 2014. Il cileno diventò un fedele scudiero del tecnico salentino che più volte – durante la sua carriera – spese parole d'elogio e stima verso il calciatore. Più volte, lo stesso Conte, durante l'esperienza al Chelsea ed al primo anno in nerazzurro tentò di riabbracciare il cileno, memore ancora di quanto di buono fatto e dimostrato anni prima, ma non ci riuscì. L'ex tecnico dell'Inter però non ha demorso e, nell'estate del 2020, richiedendo nuovamente a gran voce l'acquisto dell'ex soldato riuscì ad arruolarlo tra le proprie file.
Un arrivo discusso, quello del 22, non solo per il suo passato bianconero ma per il costo dell'operazione che dalla Spagna lo ha portato nuovamente in Italia dopo sei lunghi anni. Arrivo a costo zero dai blaugrana – in quanto si era liberato dal club – con alcuni bonus (legati alle prestazioni ed alla conquista di eventuali trofei stagionali) ed un ingaggio top da 6,5 milioni a stagione per un calciatore sulla soglia dei 34 anni. Una cifra monstre non solo per l'età anagrafica del calciatore, bensì per quanto ha reso nelle ultime stagioni insieme a Messi e compagni. Vidal arrivava da due stagioni al Barcellona con un totale di 96 presenze, 11 gol e 11 assist (tutti nella Liga) ed un minutaggio totale pari a 4.989 minuti giocati. Matematicamente parlando, ragionando sui 90' minuti di un match, avrebbe disputato circa 55 match per intero (esattamente 55,43) su 96 presenze, con una presenza pari al 57,29%.
Un calo rispetto alle annate trascorse in Baviera – dal 15/16 al 17/18 – dove collezionò 116 presenze totali con 22 gol e 17 assist ed un minutaggio di 8.014 minuti. Il doppio dell'esperienza spagnola, ma su tre stagioni e non due. Ripetendo il calcolo precedente il cileno, stando al risultato, avrebbe disputato 89 match (esattamente 89,04) per intero su 116 presenze con una percentuale del 76,72%. Una decrescita di circa il 20% che ha continuato a scendere nell'ultima stagione in maglia nerazzurra.
Vidal ha disputato, sotto la guida di Conte, 30 presenze collezionando due reti e fornendo due assist nei 1.684 minuti nei quali è sceso in campo. Va da sè che la percentuale che ne deriva si attesti a circa 63,3% con circa 19 match (esattamente 18,71) che avrebbe disputato per intero ragionando su un impiego continuo nell'arco di una singola partita. Meno presenze, ma più alto il minutaggio essendo parito quasi sempre da titolare soprattutto nei match di Champions League. Circoscrivendo l'impiego in Serie A il cileno ha disputato il 37% delle partite partendo da titolare con una partecipazione al gol del solo 3%. Dati molto bassi per colui che aveva abituato i tifosi d essere incisivo soprattutto in avanti con le sue incursioni. Il cileno ad oggi – con l'ingaggio attuale di circa 542 mila euro al mese – rappresenta un costo molto elevato rispetto alle prestazioni che può fornire. Continui problemi fisici, alcuni rimproveri per il poco impegno e la poca cattiveria dimostrati in allenamento lo hanno frenato in questa sua avventura all'Inter. Ora ci sarà da ragionare sul futuro, certo è che ad oggi – numeri alla mano – è stato un'investimento che probabilmente “non s'aveva da fare“.