“C'è la vita dietro quel pallone che rotola”. Una frase lapidaria, chirurgica. precisa e diretta ma estremamente descrittiva. A pronunciarla è Riccardo Cucchi, in esclusiva per il canale Twich 'La Voce Nerazzurra'.
Lo fa con quella voce ferma e vellutata che per oltre 30 anni ha accompagnato generazioni di tifosi attraverso il cammino del calcio. L'uomo, il professionista, il tifoso. Oggi solo Riccardo. Riccardo e la bellezza, concetto fin troppo oggettivizzato negli ultimi anni ma che, attraverso i racconti di Cucchi torna ad assumere l'emozione che si prova davati a qualcosa che riesce a catturare completamente la nostra attenzione. Riccardo e la passione, la passione per uno sport che è diventato la sua vita, il suo lavoro ed ora, dopo aver lasciato il microfono, è tornato a generare quella passione primigenea. Perché, come dice Pablo Sandoval, personaggio del magnifico film argentino “El secreto de sus ojos” un uomo può cambiare tutto di se. Tutto, tranne la sua passione. Riccardo Cucchi racconta e si racconta attraverso il calcio, parlando della nazionale italiana, attesa al debutto contro la Turchia. Ricordando la storia del nostro calcio e parlando del futuro.
La nazionale di Mancini
“Ha lavorato benissimo in questi due anni. E' un CT che ha voluto fortemente la panchina azzurra e l'ha accettata con orgoglio. Questa è una nazionale di cui ancora dobbiamo conoscere il carattere, il temperamento. E' un banco di prova importante per gli azzurri. mi auguro possa far bene ma non la vedo tra le favorite. Sicuramente è un nazionale diversa. Nel Dna del nostro calcio c'è la grande capacità di stringere i denti, questa è una squadra che propone gioco e ha avuto un percorso netto fin'ora. sono però curioso e fiducioso, ho molta fiducia in questo gruppo. Rispetto al passato questa squadra ha come caratteristica di voler imporre il suo gioco, ora dovremmo vedere come si comporterà avendo di fronte avversari forti”.
Le favorite
“La Francia ha fatto molta strada, basta vedere l'organico della sua rosa non fermandoci esclusivamente a Mbappe. Il Belgio ha fatto bene in altre occasioni e sarà una squadra da tener d'occhio dal punto di vista tecnico. Dovremmo fare i conti anche con l'Inghilterra. Spesso la nazionale dei tre leoni non è riuscita ad esprimersi a livello intercontinentale, tolto il mondiale di casa del “66. L'Inghilterra paga sempre qualcosa nei grandi tornei. Credo che in passato i calciatori fossero legati al loro calcio che sembrava essere un pò statico da un punto di vista tattico. Oggi, grazie anche alle influenze di molti allenatori stranieri, di cui molti italiani hanno guadagnato molto dal punto di vista tattico. Non nomino la Germania per una ragione semplicissima, perchè la Germania arriva sempre”.
Marco Ciogli