Home » Inter, quando Moratti rovesciò il tavolo, un 10 giugno lontano ma vicino

Inter, quando Moratti rovesciò il tavolo, un 10 giugno lontano ma vicino

10 giugno 1961, 60 anni fa, tondi tondi.

E’ passata una vita ma è giusto ricordare che tutto ( o quasi) iniziò quel giorno, altro che il 2006. In quella domenica di prima estate l’Inter di  Helenio Herrera scese in campo a Torino contro la Juventus di Sivori e Charles con la squadra dei ragazzini. Sconfitta per 9 a 1 ma chi perse la faccia quel giorno non fu l’Inter.

Una partita ripetuta dopo che nello scontro al comunale dell’aprile precedente la gente aveva invaso il campo da gioco. La Lega assegnava lo 0 a 2 per gli ospiti, come volevano le regole, l’Inter tornava a vedere da vicino la Juventus capolista. Ma il 3 giugno la CAF accolse il ricorso della Juventus, la gara era da ripetere. Sottolineare che in quegli anni Umberto Agnelli è Presidente dei bianconeri ma anche della FIGC  può sembrare capzioso ma tant’è.

In quel lontano 10 giugno Angelo Moratti ordinò che l’Inter scendesse in  campo la De Martino (la Primavera dell’epoca) la protesta più sdegnata verso una decisione che gridava vendetta.  L’Inter perse quello scudetto ma con quella scelta Moratti  mise in ridicolo un sistema che nei decenni successivi avrebbe ancora fatto parlare di sé. Con gli stessi protagonisti, con vicende molto simili.

Quella partita vide l’esordio in serie A di Sandro Mazzola, ma è giusto ricordare tutti i ragazzi che scesero in campo quel giorno per urlare al cielo la rabbia dell’Inter contro un’ingiustizia così evidente:

 Annibale; Riefolo, Tacchini; Morosi, Masotto, Dalmaso; Manini, A. Mazzola, Fusari, Guglielmoni, Ghelli.

A distanza di tanto tempo occorre dire grazie a quei giovani, ad Angelo Moratti e ricordare. Ricordare, per non dimenticare.