Inzaghi il trasformista: dall’esterno volante al portiere senza posto fisso, tutte le mosse del neo tecnico nerazzurro

Nei nove anni di 'tirannia' Juventus solo un uomo e una squadra sono riusciti a spezzare quel dominio. Lo hanno fatto conquistando una Coppa Italia e due Supercoppe. Quell'uomo e quella squadra, poi, hanno lottato, fino alla brusca frenata imposta dal Coronavirus, con la Juventus di Cr7 addirittura per lo Scudetto. Stiamo parlando della Lazio e del suo ex tecnico.

Nato il 5 aprile del 1976 Simone Inzaghi è ufficialmente, dai primi di giugno, il nuovo tecnico dell'Inter. Scelto da Suning per sostituire l'ex Antonio Conte, Inzaghi arriva a Milano. A Roma, nelle sei stagioni trascorse, è riuscito a togliersi diverse soddisfazioni tra le quali la conquista – oltre a quelli sopracitati – anche di tre trofei sulla panchina della Primavera (2 Coppe Italia ed una Supercoppa Primavera nella stagione 14/15). Arrivato come traghettatore si conquistò il posto e riuscì a convincere il presidente Lotito a puntare deciso su di lui. Un totale di 249 partite, alla guida della prima squadra, suddivise in 133 vittorie, 43 pareggi e 73 sconfitte (percentuale di vittorie del 53,41%). Il segreto sta nella sua abilità di trasformare ed adattare i calciatori nei giusti ruoli, dove riescono a rendere meglio come si è visto nelle ultime stagioni. Analizziamolo.

LAZZARI ALLA CAFU – L'ultima delle trasformazioni messe in atto dal mister è stata quella su Manuel Lazzari un classico centrocampista di destra che – arrivato dalla Spal nel mercato estivo della stagione 19/20 -, sotto la sua guida si è ritrovato a vestire i panni del terzino o dell'esterno offensivo di destra. Un ruolo alla Hakimi – paragonandolo ai giocatori presenti nella rosa nerazzurra -, grazie alla sua capacità di corsa ed alle sue doti tecniche. Ricorda un po' il ruolo ricoperto nel Milan dal pendolino Cafu, instancabile e prolifico tra il club e la Nazionale verdeoro. Prima stagione con 32 presenze e 5 assist – buon bottino – implementata poi nella stagione appena terminata con lo stesso numero di presenze, ma con un assist in più (totale di sei) e due gol a corredare una stagione esplosiva e di ri-conferma ad ottimi livelli.

DA MILINKOVIC-SAVIC A LUIS ALBERTO: MASTER CLASS –  Il tocco di classe. Il serbo, arrivato dal Genk per circa 9 milioni di euro nel 2015, e lo spagnolo – arrivato dal Liverpool l'anno successivo – sono stati altri due profili che grazie alla maestria del mister nerazzurro sono esplosi. Per quanto riguarda Milinkovic, è diventato un centrocampista totale molto abile negli inserimenti e nei colpi di testa, riuscendo a coniugare la capacità del giro palla all'efficacia. L'ultima stagione è stata chiusa con 32 presenze, 8 gol e 10 assist aumentando – in proporzione ai match disputati – le statistiche della stagione precedente. In totale – in cinque stagioni – è arrivato a toccare quota 247 presenze con un totale di 47 gol e 38 assist alla stregua di molti trequartisti di ruolo (ricordiamo che lui nasce come centrale in mediana).

Capitolo simile per lo spagnolo LuisAlberto, arrivato in sordina nella Capitale, e diventato sotto la guida di Inzaghi uno dei migliori trequartisti/fantasisti/centrocampisti del nostro campionato e non solo. Il 28enne – attualmente valutato attorno ai 45 milioni di euro – nato centrocampista centrale con il passare del tempo si è affermato anche come trequartista e non solo. Infatti si è dilettato pure nel ruolo di seconda punta. Nella stagione 19/20 – forse la migliore ad oggi – chiuse il campionato con 16 assist e 9 reti. Ha rappresentato uno dei cardini del miste piacentino, diventando uno degli uomini simbolo del suo collaudato 3-5-2 biancoceleste amalgamandosi alla perfezione con il compagno di reparto.

PORTE GIREVOLI – L'ultima mossa ponderata e poi messa in atto ha riguardato la porta della Lazio. Infatti se tempo prima Strakosha era ritenuto il primo portiere della rosa – quasi intoccabile – con l'arrivo di Reina al termine della sessione estiva di calciomercato dal Milan, la storia è cambiata. Lo spagnolo – campione del Mondo – ha invertito le gerarchie e nell'ultima Serie A ha disputato 29 match contro i 9 dell'estremo difensore albanese. Un aspetto da non trascurare. Simbolo che, molto probabilmente, il mister ha ritenuto lo spagnolo maggiormente affidabile ad un certo punto della stagione nonostante la maggior età di quest'ultimo. Un discorso simile che, magari, potrebbe avvenire anche in nerazzurro nel caso di presenza di un dodicesimo uomo di caratura importante.