“Gli innamorati, i veri innamorati inventano con gli occhi la loro verità” ha scritto, nella raccolta di racconti ‘Il bar sotto il mare’ (1987, Feltrinelli), Stefano Benni.
Siccome chi scrive è calcisticamente innamorato di Christian Eriksen, fin da quando 11 anni fa si affermò definitivamente con la maglia numero 8 dell’Ajax, ha inventato la sua verità. Ed è la verità che si basa su tre M. Emme come miracolo. Non quello compiuto da un Dio ma quello inteso dai latini: miracÅlum ‘cosa meravigliosa’ che superi, cioè, i limiti delle normali prevedibilità dell’accadere.
Il primo avviene sabato.
Simon Kjær, come ha ricostruito il Mirror, una volta capito cosa fosse accaduto, al minuto 43 di Danimarca-Finlandia, è corso verso Eriksen. Lo ha stabilizzato sulla schiena. Ha liberato le vie aeree. Ha iniziato la manovra di rianimazione. “Il gesto – verrà poi confermato – ha salvato la vita al fuoriclasse dell’Inter”.
Dov’è la ‘cosa meravigliosa’?
Novecentonovantanove persone che vedono un amico di vecchia data in quelle condizioni rimangono pietrificate come se avessero incrociato gli occhi di Medusa. Una persona su 1.000, invece, mantiene la lucidità vitale. Ecco, la cosa meravigliosa è che quella persona era lì ed era appunto Kjær.
Il secondo miracÅlum avviene oggi, martedì 15 giugno. Poco dopo le ore 9, come un raggio di sole che entra all’improvviso dalla finestra durante una giornata uggiosa, Eriksen pubblica una foto dal letto del Rigshospitalet: “Ciao a tutti, grazie mille per i vostri messaggi da tutto il mondo. Significa molto per me e la mia famiglia. Sto bene, date le circostanze. Devo ancora fare degli esami in ospedale, ma mi sento bene. Adesso tiferò per i compagni della Danimarca nelle prossime partite”. Sono passati 3 giorni dal fattaccio. Tre giorni. Per chi crede nel Dio dei cristiani, forse, è più di una semplice coincidenza…
Dov’è la ‘cosa meravigliosa’?
Nessuno, sabato fra le 18.30 e le 20, avrebbe pensato che neanche 72 ore dopo Christian Eriksen potesse pubblicare una foto e un messaggio. Insomma: se non questo non ha superato i limiti delle normali prevedibilità dell’accadere, cosa potrebbe riuscirci?
Il terzo miracÅlum della verità, che ho inventato con gli occhi dell’innamorato di Eriksen, deve invece ancora compiersi. E si realizzerà solo con l’aiuto di tanti tifosi dell’Inter. Tutti sono in attesa della nuova maglia, quella per la stagione 2021-2022. Sarà quella con il primo Scudetto cucito sul petto dopo 11 anni, un’era geologica praticamente visti i frenetici ritmi del calcio moderno. Ecco. Il miracolo sarebbe vedere San Siro esaurito di maglie nerazzurre che, ad un tratto, voltano le spalle al terreno di gioco e mostrano orgogliose il numero 24 e la scritta Eriksen.
D’altronde “è dallo stile e dall'eleganza del cuore che si riconoscono gli interisti” diceva Giacinto Facchetti. Quindi: perché non realizzare anche il terzo miracÅlum di questa storia? Nella vita non bastano belle parole, tweet strappa lacrime. Anzi. Servono a niente. Nella vita bisogna dimostrare, ogni giorno, l’amore verso qualcuno con piccole cose. E comprare la maglia 24, andarci allo stadio (e non solo), mostrarla con orgoglio è il miglior messaggio d’amore (eterno) che si possa mandare a un uomo che farà di tutto per tornare a essere protagonista in campo.