Valorizzare. Far conoscere. Migliorare. Sono solo tre dei verbi che si potrebbero utilizzare per descrivere le capacità di Simone Inzaghi che – da inizio giugno nuovo tecnico dell'Inter dopo la separazione da Antonio Conte -, nella sua carriera di allenatore sulla panchina della Lazio, sotto la gestione Lotito–Tare, è riuscito in più di un caso a valorizzare un calciatore rendendolo un titolare inamovibile ed appetibile nel panorama calcistico europeo e non solo.
Non i soliti Immobile, Milinkovic–Savic o Acerbi -anche se su questi la mano dell'allenatore si è vista ed è stata di vitale importanza – bensì altri profili. Dal brasiliano, classe '97, Luiz Felipe – passando per Marusic e Cataldi – arrivando fino ad Akpa Akpro e Caicedo. Otto calciatori, uniti poi ad alcuni giovani del vivaio lanciati nell'ultima parte di stagione, che hanno giovato dell'intelligenza tattica e della visione sportiva del ex tecnico biancoceleste. Il primo della lista difensore centrale di ruolo, ma impiegabile anche in una difesa a tre, è arrivato nella Capitale nel 2017 dopo essere stato acquistato dall'Ituano e mandato in prestito alla Salernitana club sempre di proprietà del patron Lotito. Il giovane, acquistato per una cifra inferiore al milione di euro, è arrivato a toccare la massima valutazione di 22 milioni di euro (ora oscilla tra i 18-20 milioni) grazie alle prestazioni fornite ed ai trofei conquistati. Con Inzaghi in panchina ha collezionato circa 19 match di Serie A a stagione – alcuni problemi a livello fisico soprattutto alla caviglia operata quest'anno – ed alcuni gol ed assist.
Resta il fatto che rimane, nonostante già quattro stagioni in Italia a livelli alti, un profilo giovane dal futuro assicurato e con ampi margini di crescita. Crescita che ha fatto notare Adam Marusic – in rosa dal 2017 provenendo dal KV Oostende in Belgio – la cui valutazione è raddoppiata in questi anni mostrando una grande capacità d'adattamento sull'out di destra andando a ricoprire diversi ruoli: dal centrocampista di destra (preferito), al terzino fino al difensore centrale. Versatile e veloce, il serbo ha dimostrato una maturità molto interessante andando a disputare – nell'ultima stagione – 36 partite (87% da titolare) collezionando 2 reti e 4 assist. Un profilo sul quale il neo tecnico nerazzurro ha lavorato molto e sul quale riponeva fiducia – ripagata dal ragazzo – fin dal momento del suo arrivo. Un minutaggio elevato – sempre superiore ai 2 mila minuti in Serie A -, contornato da una propensione offensiva di un certo livello.
Non solo il serbo ha giovato della cura Inzaghi, ma anche lo spagnolo Patric che – arrivato nel 2015 all'età di 22 anni dal Barcellona – ha visto aumentare stagione dopo stagione il suo impiego ed il suo minutaggio diventando uno dei profili più utilizzati dal mister. Cresciuto e maturato a Roma, lo spagnolo deve molto all'ex tecnico che lo ha aiutato a migliorare le proprie capacità spronandolo sempre a dare il massimo e facendogli scoprire nuovi ruoli affidandogli – partita dopo partita – compiti alternati tra la fase offensiva e l'attenzione in difesa. Destino simile per Danilo Cataldi – classe '94 prodotto del vivaio -, che dopo un primo prestito al Crotone riuscirà a disputare ben 16 match di Serie A – fornendo 3 assist – all'età di 20 anni. Orgoglio biancoceleste – dopo delle brevi parentesi in prestito per crescere – ha fatto il suo ritorno alla Lazio nella stagione 18/19 e da lì non si è più mosso. Gol ed assist per un centrocampista polivalente che, in 128 presenze, ha realizzato sette reti e 12 assist. Rimanendo in mediana come dimenticarsi di Marco Parolo – diventato una vera e propria bandiera della Lazio – o dell'ultima sorpresa Akpa Akpro arrivato a settembre dalla Salernitana. Quest'ultimo, alla prima stagione in biancoceleste, ha collezionato 32 presenze ed 1 assist risultando molto prezioso subentrando dalla panchina.
Diversi profili, fatti crescere e maturare da Inzaghi, tra i quali non si possono dimenticare Felipe Caicedo – arma tattica da una media di 10 gol a stagione in Serie A partendo prevalentemente dalla panchina -, Manuel Lazzari – esploso sotto la gestione dell'ex tecnico sia in fase offensiva che nelle doti di ripiegamento – o Nicolò Armini 20enne difensore centrale – ma adattabile in tutti i ruoli della difesa -, uno degli ultimi giovani fatti esordire in campionato. Ultimo, ma non per importanza, Thomas Strakosha. Il 26enne portiere albanese – arrivato nella Capitale nel 2012 dalla Grecia – fa ormai parte della rosa laziale dal 2016 della quale è diventato il portiere titolare a soli 21 anni. Reattività, capacità con i piedi e leadership hanno permesso di farlo emergere come uno dei portieri giovani più performanti delle scorse stagioni.
Tanti nomi, dunque, ma un unico profilo: Simone Inzaghi e la sua capacità – affermatasi negli anni – di valorizzare e far maturare i calciatori a sua disposizione. Il passato biancoceleste insegna, il futuro nerazzurro – ora – attende.