Pogba, Ronaldo, Rivera, il calcio non ha bisogno di cattivi maestri
Il calcio giocato dopo tanto tempo in mezzo alla gente profuma di buono, di sano, vedere la gente felice negli stadi è la risposta più bella alla pandemia che ci ha segregato per mesi tra 4 mura tra silenzi assordanti e solitudini.
Arrivano spunti di umanità meravigliosa anche quando si ferma per uno dei suoi interpreti colpito da un altro accidente del destino, la reazione dei giocatori, dei cronisti, del pubblico al dramma di Christian Eriksen resterà il gol più bello di questi Europei.
Per rendere tutto ancor più piacevole sarebbe opportuno che chi sa giocare a calcio si limitasse a giocare a calcio e che chi ha i titoli per parlare di calcio lo facesse con cognizione di causa.
Abbiamo visto un fuoriclasse del passato come Gianni Rivera, forse inebriato dalle telecamere che non lo cercano più come un tempo, che acchiappa al volo l’occasione degli Europei per propinarci una filippica contro il vaccino anticovid. “Speravamo de morì prima” è la risposta più giusta da inviare alla vecchia gloria rossonera, bastano e avanzano i virologi di professione e quelli improvvisati. Tanto, tanto tempo era una piacere per gli occhi vederlo insegnare calcio, oggi non ha più niente da insegnare a nessuno se non come organizzarsi una brutta figura in pubblico. Spiace, anche se era e resta un milanista.
Ronaldo e Pogba hanno avuto dal Cielo il dono del talento nei piedi non quello della scienza o della filosofia, sfruttino quel dono meglio che possono, per i loro interessi e per la gioia di chi ama il pallone. Ci risparmino le lezioni di vita a proposito di Coca Cola e birra, quelle le riservino ai loro figli, magari precisando che una piccola parte del ben di Dio di cui godono viene proprio da chi produce quelle bevande, sponsor delle squadre di calcio in cui militano o hanno militato, o dei prestigiosi tornei in cui si esibiscono.
Il campione del mondo francese lo ha fatto per motivi religiosi che gli impediscono di avvicinarsi all’alcool ? Ammirevole nella sua coerenza ma la birra che ha tolto di mezzo era analcolica e non è inverosimile che chi gliela aveva messa davanti avesse scelto proprio quella in rispetto della sua religione. Qualcuno spieghi a Pogba che il radicalismo genera mostri anche quando nasce dai migliori principi e che a quella conferenza stampa e alle sue partite assistono milioni di persone che pregano un altro Dio o nessun Dio ma pagano fior di quattrini per abbonamenti o biglietti.
A Ronaldo invece qualcuno spieghi che una Coca Cola è uno dei pochi, piccoli piaceri della vita di tanta gente che lo osanna, ruttino compreso. Mai provato? Non sa cosa si è perso…