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ULTIM’ORA – Calcio italiano in lutto: addio a Boniperti, bandiera della Juve

Aveva 92 anni. Il decesso nella notte fra giovedì 17 e venerdì 18 giugno. I funerali si svolgeranno in forma privata per volere della famiglia

È morto, nella notte fra giovedì 17 e venerdì 18 giugno, Giampiero Boniperti, presidente onorario della Juventus. Aveva 92 anni. La causa del decesso, come riporta il Corriere della Sera, sarebbe stata “una insufficienza cardiaca”. I funerali si svolgeranno nei prossimi giorni in forma privata per volere della famiglia.

Antonio Barillà, tramite il sito internet de La Stampa, ricostruisce la carriera di Boniperti. “Il primo contratto con la Juventus lo firmò il 22 maggio ’46, dentro il sottopassaggio del Comunale che dal prato portava agli spogliatoi. L’allenatore Felice Borel, dopo essere rimasto ben impressionato in un provino, volle vederlo ancora in un test tra le Riserve e il Fossano: finì 7-0 e lui segnò 7 gol, gli allungarono la penna appena uscito dal campo. Cominciò un’epopea fatta di dribbling e virtuosismi, soprattutto di gol”. Barillà ricorda poi come Boniperticominciò da centravanti, chiuse da centrocampista, vinse cinque scudetti e due coppe Italia, interpretò con John Charles e Omar Sivori uno dei tridenti più affascinanti di sempre, s’impose come talento internazionale (migliore in campo nel Resto del mondo dove fu convocato, unico italiano, per festeggiare i 90 anni della federazione inglese), resistette alle lusinghe di altri grandi club”. Lasciò il calcio giocato nel 1961, dopo il famoso 9-1 sull’Inter scesa in campo con i ragazzini per protesta: a fine gara, senza preavviso, si sfilò gli scarpini e li consegnò al magazziniere: Tieni, a me non servono più”.

Nel 1971 Boniperti diventò presidenteVinse 9 scudetti, 2 coppe Italia, una Coppa dei Campioni, una Uefa, una Supercoppa Uefa e una Coppa delle Coppe. Si dimise nel 1990. Tornò come amministratore delegato per un triennio. “Fuori dalla Juve nell’epoca di Giraudo e Moggi, riapparve – continua l'articolo de La Stampa – come presidente onorario dopo Calciopoli. Non smise mai, però, di essere custode della juventinità“.