C'è una squadra che inizia in piedi e poi casca tutta giù per terra, inebriata di felicità. E' una squadra giovane e sbarazzina, capace di strappare vittorie ed emozionare. Una squadra senza campionissimi, che gioca spensierata, e si abbraccia collettivamente. E' questa squadra l'Italia di Roberto Mancini che, ieri, ha tenuto col fiato sospeso e poi regalato nuovi festeggiamenti in un mese magico.
No, non è stata una sfida semplice quella contro l'organizzata Austria di Alaba. Ci sono stati momenti in cui la Nazionale ha tremato, ma le risposte – anche in questo senso – sono state positive. L'Italia ha saputo tenere duro, compattarsi e ripartire nei momenti clou. Ai supplementari, complici i cambi del commissario tecnico, ha azzannato quando doveva, mettendo in discesa la pericolosa appendice di una sfida che – ormai – pareva infinita.
Tutti giù per terra, dicevamo. Dopo il gol di Pessina i calciatori azzurri si sono ritrovati stesi sul prato verde: sicuramente per gioia, un po' anche per inevitabile fatica. Inebriati di felicità si sono rotolati in campo, convinti di aver centrato l'obiettivo dopo una gara a ritmi epici. “Ancora non ho realizzato il gol col Galles, figuriamoci questo…”. Come dar torto a Pessina, il dodicesimo perfetto. Il centrocampista dell'Atalanta ha fiuto e forsennati tempi d'inserimento. Il merito di Mancini è stato tenere tutti sulla corda, e ieri è stato ripagato.
Se l'attacco si è rivelato abulico e sottotono nei piedi, ieri inceppati, di Immobile (e poi Belotti), dai jolly in panchina sono arrivati i gol della qualificazione. Da Chiesa è giunta la sterzata giusta, quella che aperto il risultato. Da Pessina l'infilata del bis. Dalle cosiddette riserve sono arrivate le forze fresche in grado di far saltare il banco e completare il cerchio.
E ora? L'Italia conoscerà in giornata il prossimo avversario. Ai quarti, gli azzurri sfideranno una fra Belgio e Portogallo, o – per farla ancor più breve – uno fra Lukaku e Cristiano Ronaldo. Due clienti scomodissimi, ma la Nazionale non deve temere. Non è presunzione, questa. Ma voglia di continuare a stupire. L'Italia non dovrà cambiare atteggiamento contro nessuno: dovrà spingere al momento giusto, puntare a mantenere palla, giocare con lo stesso spirito propositivo mostrato fin qui. Non ci deve essere, insomma, avversario che tenga.
Rispetto, ma non paura. Forza Italia, emozionaci ancora!