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Barella, è qui la festa. E quel lungo abbraccio con Lukaku

La stella di Nicolò Barella brilla anche contro i più forti al mondo, e adesso punta all’élite. E l’abbraccio con Lukaku un segnale di quel che sarà .

Un’altra notte da sogno per l’Italia di Roberto Mancini, che ieri sera ha superato anche il Belgio guadagnandosi il pass per le final-four di Euro2020. In un torneo in cui le big hanno dato segnali di instabilità fin dal primo match del girone, la compagine azzurra sembra invece migliorare partita dopo partita, e senza aver lasciato intravedere punti deboli degni di nota.

Tra le stelle che ieri sera hanno brillato nell'Arena di Monaco, il nerazzurro Nicolò Barella è stato sicuramente tra quelle che più hanno impressionato per qualità e quantità, nonostante l’avversario fosse il migliore al mondo (secondo il ranking FIFA). Il gol che ha sbloccato la partita a favore degli azzurri è sicuramente un fattore determinante nella valutazione della sua partita, ma sarebbe estremamente riduttivo limitare a questo l’analisi della sua prestazione.

Inserimenti con e senza palla, capacità di coprire ogni zona del campo e fantasia con cui servire assist geniali ai propri compagni: Barella è tutto questo e probabilmente anche di più, non stupisce dunque che ormai sia diventato il vero insostituibile per Mancini. Il centrocampista sardo era forte già prima, ma gli ultimi due anni di lavoro in nerazzurro hanno restituito al calcio italiano un giocatore in grado di dominare il terreno di gioco in ogni circostanza, sul quale poter costruire le vittorie di oggi e domani.

Negli ultimi due anni e mezzo, Barella ha trascinato l’Inter verso la finale di Europa League, poi verso lo scudetto, e adesso sta trascinando la Nazionale verso un titolo europeo che manca da tanto, troppo, tempo. La tranquillità con cui il numero 18 azzurro affronta le partite più importanti è figlia di una mentalità vincente che giorno dopo giorno ha fatto breccia nella testa del ragazzo, che ormai ha lasciato alle spalle anche gli errori di gioventù, come ad esempio i troppi cartellini.

La sensazione è che abbia abbandonato da tempo la dimensione della “giovane promessa”, puntando a passo celere verso l’élite dei centrocampisti europei. D’altronde, dallo scorso maggio, Barella è entrato ufficialmente nella cerchia dei vincenti grazie allo scudetto conquistato con l’Inter, requisito fondamentale per sedersi al tavolo dei top player.

Chiosa finale sul lungo abbraccio prima del match con l’altro nerazzurro in campo ieri sera, Romelu Lukaku. L’europeo in corso arriva al termine di due anni no stop, in cui l’Inter, più di qualsiasi altro club, ha continuato a giocare senza sosta, anche in agosto per puntare a quella Europa League sfumata sul più bello. Due anni sempre insieme, in cui i giocatori nerazzurri hanno superato il limite di gruppo squadra, diventando una vera e propria famiglia. Quel lungo abbraccio può essere considerato il collante tra quello che è stato e quello che continuerà ad essere tra non più di qualche settimana, quando la famiglia nerazzurra si riunirà per proseguire su quella strada che porta alle stelle, anzi, alla seconda stella.