Don’t touch my Lukaku : perchè le critiche al belga non sono giuste
Romelu Lukaku è stato molto criticato per la prestazione contro l’Italia, ma molto di quanto detto non è corretto e i numeri lo dimostrano
Il quarto di finale che ha visto sfidarsi Italia e Belgio ha messo sotto la lente di ingrandimento la prestazione di Romelu Lukaku, designato alla vigilia come uno dei pericoli numeri uno per la nostra Nazionale. Per fortuna dell'Italia, la sua prestazione non è stata la solita e gli azzurri sono riusciti ad accedere alla semifinale di martedì contro la Spagna. Ma ciò che qui importa sono le critiche ingiustificate al centravanti belga. Sia ben chiaro, se si parla della singola prestazione è ovvio che si tratta di una partita sottotono, ma non si deve commettere l'errore di definire il numero nove nerazzurro come un calciatore che non è decisivo o che manca nei momenti importanti.
Sì, perchè questa narrazione, che oramai sta diventando un luogo comune, non è corretta. Di sicuro quando si parla di Lukaku si parla di un attaccante che deve fare quello step in più per essere al livello di altri interpreti del ruolo come Lewandowski, Kane o Benzema. Ma i numeri e le prestazioni del belga dicono il contrario. Gol, assist, partecipazione al gioco: insomma, un giocatore completo che sa fare tutto in ogni fase di gioco. Non solo, ma la sua presenza fisica è sempre motivo di apprensione per gli avversari, basti guardare al fatto che Lukaku sia sempre marcato stretto da un avversario che abbia caratteristiche fisiche tali da poterlo limitare. Questo concede sì un punto di riferimento per la squadra avversaria, ma toglie un uomo alla fase difensiva, facendo in modo da aprire tanti spazi. E poi, tornando alla partita giocata contro l'Italia, bisogna anche tenere conto di chi ha limitato Lukaku. Giorgio Chiellini, infatti, ad oggi, quando è in condizione, è ancora il miglior marcatore d'Europa ed è sempre ostico per gli avversari affrontarlo.
Questo non vuol dire dare degli alibi a Lukaku, ma mostra come tanto di quanto si è detto in questi giorni sia errato. Un conto è la singola partita, un conto è parlare di un giocatore che, per esempio, in Serie A, in questi due anni, è stato capace di segnare a tutte le big del campionato. Adesso il belga godrà delle meritate vacanze, dopo due anni a cento all'ora, per prepararsi alla nuova stagione e regalare altre gioie ai tifosi nerazzurri.