Nicolò Barella non ha vissuto le 'notti magiche' di Italia ’90. Non era ancora nato quando, allo stadio San Paolo, Caniggia ha scritto la parola fine sul sogno dell’Italia (forse) più forte degli ultimi 30 anni a livello di nomi e tecnica. Il centrocampista dell’Inter potrà però vivere qualcosa (forse) di meglio.
Il suo ‘sogno a occhi aperti’ inizierà domani, martedì, più o meno intorno alle 19 ora italiana. Barella, insieme all’Italia di Roberto Mancini, metterà piede a Wembley per il riscaldamento e poi la partita contro la Spagna che vale la finale dell’Europeo. Se è vero che non è l’iconico ‘stadio dell’impero’, è anche vero che l’impianto, inaugurato nel marzo del 2007, resta il teatro più bello dove giocare a pallone. Ed è per questo che è il palcoscenico migliore per consacrarsi a livello mondiale senza che nessuno possa più avanzare il benché minimo dubbio (ricordate qualche pagella post Italia-Austria?).
“Abbiamo fatto un lavoro importante, penso che la forza di questa squadra sia il gruppo. C’è unità di intenti, è quello che ci ha portato fin qua e che cercheremo di portare avanti fino alla fine” sono state le parole di Barella, ieri (domenica, ndr), in conferenza stampa. Parole da leader. Parole da punto di riferimento. Perché se le vogliamo tradurre, possiamo azzardare un “gli azzurri sono consapevoli che contro la Spagna si può giocare a viso aperto”. Anche perché Mancini, ha raccontato Barella, “ci ha inculcato una mentalità vincente e vogliamo tenere sempre il pallino del gioco”, proprio una delle attitudini che ha reso famosa la Spagna nell’ultimo decennio.
Barella, intanto, è già stato ‘benedetto’ dal Times dopo il gol contro il Belgio: “L’irruzione nell’area è quella di una volpe che riesce a infilarsi nella sbarre di una cancellata: scaltro, sfuggente dall’assoluta padronanza tecnica”. Proprio a livello tecnico, domani, Barella si confronterà con gli spagnoli: lì nel mezzo – dove le furie rosse schierano Busquets, Pedri e Koke – si risolverà la partita: “Siamo simili alla Spagna per qualità di gioco, sarà una partita difficile in uno stadio spettacolare”.
Già, lo stadio. Già, Wembely. Sarà il sogno a occhi aperti per Barella. E tutti speriamo che ‘lo stadio dell’impero’ porti alla definitiva consacrazione mondiale del centrocampista dell’Inter.