Conte: “L’Italia sa fare tutto. Wembley incognita, ma sappiamo vincere le finali”
L’ex tecnico dell’Inter, ed ex ct azzurro, ha così raccontato alla Gazzetta dello Sport le conoscenze del gruppo azzurro impartite proprio da Mancini
Interessante e dettagliata analisi tattica dell'Italia di Roberto Mancini da parte di Antonio Conte. L'ex tecnico dell'Inter, ed ex ct azzurro, ha così raccontato alla Gazzetta dello Sport le conoscenze del gruppo azzurro impartite proprio da Mancini: “Nel calcio moderno un allenatore deve insegnare alla sua squadra i tre momenti nelle due fasi di possesso e di non possesso.
La fase di possesso prevede tre tipi di costruzione: partendo dal basso, intermedia e nella metà campo avversaria con la loro squadra schierata con tutti gli effettivi. Quella di non possesso invece prevede: una pressione ultra offensiva, una intermedia e l'occupazione dello spazio nella propria metà campo. La nostra Nazionale ha dimostrato di conoscere tutte queste fasi. Per questo siamo completi.
La partita contro la Spagna non ci deve lasciare la sensazione di essere stati fortunati, ma ci deve fortificare perché abbiamo dimostrato di saper fare più cose di loro… L'Italia è un osso duro perché non la trovi quasi mai impreparata, non ti lascia spazi, ti costringe sempre a una soluzione complicata”.
Per quanto concerne la finale, poi, Italia-Inghilterra si giocherà in uno Wembley quasi pieno e per gran parte occupato dai tifosi inglesi che aspettano un successo dal 1966. Questo il pensiero di Antonio Conte in merito a pressioni e scenario: “L'Inghilterra aspetta questa partita da una vita. Non hanno mai vinto un Europeo e l'unico trionfo ai Mondiali è datato 1966.
L'aiuto di Wembley può essere una spinta enorme ma anche una zavorra, perché i calciatori potrebbero sentire la pressione. Quando sono andati in svantaggio con la Danimarca hanno mostrato un po' di difficoltà a livello emotivo, così come all'inizio del secondo tempo supplementare per la paura che l'obiettivo a portata di mano potesse svanire. Noi avremo meno tifo sugli spalti, ma più esperienza di loro in campo. Sappiamo cosa significa disputare le finali. E sappiamo anche come si vincono”.