Inter, la nuova maglia è come “l’amatricianaâ€
E’ bella, inutile negarlo. La nuova maglia home dell’Inter presentata ieri è affascinante, innovativa, almeno quanto il filmato di presentazione di Inter Media House, un concept rivoluzionario destinato a far parlare di sé a lungo e proprio per questo destinato ad un grande successo di vendite.
E’ moderna la nuova maglia. Esce dagli schemi tradizionali. Colpisce e divide. Proprio per questo, via le strisce, arriva questo pitonato raffinato, sicuramente studiato da maghi del fashion e del marketing in funzione dell’internazionalità del marchio, del gusto di chi guarda con interesse all’Inter non solo a Milano e in Italia ma in tutto il globo.
E’ elegante la nuova maglia.Strizza l’occhio ai canoni della moda, soprattutto quella giovanile più attenta ai trend e più disponibile a spendere ma non ci sarebbe da stupirsi di vederla anche sotto la giacca blu o la grisaglia (almeno fino a quando non ci sarà il nuovo main sponsor frontale) di qualche manager a la page.
E siamo sicuri che quando la vedremo indossata dai nostri giocatori in Tv o meglio ancora a San Siro, l’effetto sarà bellissimo, non ci sarà altra divisa in grado di competere con le scaglie studiate da Nike. L’immagine dei leoni in campo sarà sostituita da quella di 11 pitoni pronti ad avvilupparsi agli avversari prima di stritolarli tra le loro spire.
Poi però torna in mente l’amatriciana. Perché? Molti, soprattutto all’estero, si sperticano negli elogi alla meravigliosa semplicità di questa eccellenza culinaria tricolore, poi però vanno in cucina e mettono la pancetta al posto del guanciale o il parmigiano al posto del pecorino. Non è amatriciana! E’ un’altra cosa, magari altrettanto piacevole al palato ma nessuno si azzardi a chiamarla amatriciana, c’è tanto di disciplinare pubblicato dal Comune di Amatrice e perfino sulla Gazzetta Ufficiale della UE.
Il disciplinare della maglia dell’Inter è molto più antico, non compare in nessuna Gazzetta ma per molti di noi l’atto del 9 marzo 1908 è decisamente più sacro. Lì c’è scritto da 113 anni che la maglia dell’Inter è nera e azzurra sullo sfondo d’ora delle stelle (azzurra, non nera e blu).
Capiamo che i tifosi nerazzurri italiani abbiano un senso di appartenenza e di identità sconosciuto all’estero. Capiamo che a Hong Kong o a Detroit se parli di Giorgio Muggiani magari ti chiedono se è un centrocampista. Forse però è giunta l’ora che dopo le maglie tipo codici a barre, le tovaglie e gli zig zag anche Nike capisca, una volta per tutte, che le strisce nere e azzurre sono come guanciale e pecorino.
Giù le mani dall’amatriciana quindi. E rendeteci la maglia dell’Inter, quella vera!