Dum spiro, spero: Hakimi & Co. Quando la cessione eccellente non è un male
L’operazione Hakimi, date le cifre, si inserisce tra le più importanti della storia dell’Inter, posizionandosi al secondo posto per valore della cessione
L’Inter ha ufficializzato in settimana la cessione di Achraf Hakimi al Paris Saint-Germain. Una partenza dolorosa, di uno degli uomini chiave della stagione nerazzurra, ma necessaria per far quadrare i conti e offrire una boccata d’ossigeno alle casse societarie.
Il laterale marocchino è stato ceduto dopo appena una stagione sotto la Madonnina, con l’Inter che è riuscita a valorizzarlo in maniera incredibile, tanto da riuscire a vendere il giocatore a 20 milioni in più rispetto alla cifra di acquisto del 2020 (e senza considerare i potenziali bonus). L’operazione Hakimi, date le cifre, si inserisce così tra le più importanti della storia dell’Inter, posizionandosi al secondo posto per valore della cessione (60 milioni più altri 11 di eventuali bonus) e in quarta posizione per quanto riguarda la plusvalenza (oltre 27 milioni di euro).
In termini di cessioni, quella più remunerativa è stata l’operazione che ha portato Zlatan Ibrahimovic a Barcellona (quasi 70 milioni), con Eto’o che fece il percorso inverso. In questo senso Hakimi supera Mauro Icardi, venduto sempre al Paris Saint-Germain per quasi 50 milioni di euro. In top 10 anche Ronaldo, Crespo, Kovacic e Mario Balotelli.
Tra queste eccellenti cessioni, sicuramente vale la pena sottolineare l'importanza di alcune. Se le cessioni di Ronaldo e Crespo hanno certamente fatto male al cuore dei nerazzurri, altre hanno invece riservato grandi soddisfazioni, col senno del poi. Quella di Zlatan Ibrahimovic è certamente la più significativa in tal senso. Venduto a suon di milioni più il cartellino di Eto'o al Barcellona, Ibra è stato forse la chiave di volta per andare a vincere la Champion's League con Mourinho la stagione successiva.
Anche la cessione dello stesso Eto'o, per quanto dolorosa a livello affettivo, non può lasciare grossi rimpianti. Il fuoriclasse camerunense era infatti ad un passo dal viale del tramonto, vista la carta d'identità, e i quasi 30 milioni spesi all'epoca dall'Anzhi consolarono e non poco la questione. Le cessioni di Kovacic e Balotelli, oltre che remunerative, hanno poi mostrato che il reale valore di entrambi, per quanto giocatori di buon livello, non fosse quello di campioni assoluti. I 30 milioni dal croato ed i 25 per Mario furono dunque manne dal cielo per le casse societarie, senza andare ad intaccare più di tanto il livello qualitativo della squadra.
L'ultimo capitolo spetta naturalmente a Mauro Icardi. Il bomber di Rosario, nel cuore dei tifosi per anni, era necessariamente da cedere viste le problematiche degli ultimi mesi in nerazzurro. I 50 milioni netti ricavati dalla sua vendita hanno portato in dote addirittura Romelu Lukaku, l'uomo simbolo sia della finale di Europa League raggiunta nel 2020, sia lo Scudetto conquistato quest'anno. Come nel caso di Ibrahimovic ed Eto'o, insomma, una compravendita piuttosto vantaggiosa a favore dell'Inter.
Hakimi è dunque l'ultima grande cessione della storia nerazzurra. Attualmente è forse l'esterno più ambito e forte del globo, ma la storia interista insegna che ai mali si trova spesso una grande soluzione. Dum spiro, spero; dicevano i latini: finché c'è vita c'è speranza. E l'Inter è vita che continua ad esistere. Occhio, allora, alle prossime mosse.