3 anni fa qualcuno qualcuno si era spinto a dire che fino alla partita con la Juventus Stefano Sensi era stato il centrocampista con il più alto rendimento in Europa. Che sia vero o meno, la verità non era comunque lontana. L’ex Sassuolo aveva giocato due mesi di calcio stellare sia in Campionato che in Champions League. A San Siro l’entusiasmo sollevato dalle sue accelerazioni e dalle giocate in profondità non si vedeva da anni. Al folletto di Urbino quei 60 giorni erano bastati per imporsi come leader tecnico e tattico della squadra, lui creava Lautaro e Lukaku finivano il lavoro. E senza disdegnare di mettersi in proprio, 3 gol in 6 giornate tra cui quello decisivo, di testa (!!) contro l’Udinese esaltarono le sue capacità di assaltatore.
Poi il buio. L’adduttore che prima sembrava tornato a posto, dopo più di un mese, un’apparizione di pochi minuti nella disgraziata partita di Dortmund, poi di nuovo stop. La sosta natalizia doveva restituire un giocatore ritrovato. 3 partite nel nuovo anno per riprendere confidenza con il campo senza squilli particolari, anzi decisamente sotto tono.
Da quel momento in poi un rosario di ricadute,
Solo sfortuna o c’è altro? I siti specializzati offrono un quadro da prendere con le molle. Escludiamo la stagione 2018-2019 nella quale Sensi mancò in 2 partite con il Sassuolo per un trauma alla mano. Per il resto, nel 2017-18 aveva saltato 10 partite per un guaio all’adduttore e lesione al polpaccio. Nel 2016-17 addirittura 3 gli stop. Un infortunio al bicipite, un affaticamento ed un altro episodio della stessa natura lo costrinsero a saltare 15 partite tra settembre e marzo. In parole povere, Sensi era mancato per quasi un terzo delle due stagioni.
Il riscatto dal Sassuolo la scorsa estate testimoniava la fiducia che l'Inter riponeva nonostante tutto nel ragazzo, ripagata solo in parte con qualche buona prova nel finale di stagione. Anche mister Mancini aveva provato a dargli credito prima di arrendersi di fronte all’ennesimo pit stop in infermeria.
In mezzo a mille incertezze sul mercato nerazzurro, il punto interrogativo su Sensi è uno dei più importanti: dare ancora fiducia al giovanotto sperando di ritrovare il centrocampista che aveva ammaliato l’Europa o utilizzarlo come pedina di scambio per far posto ad altri?
La pazienza di molti è terminata, altri fanno balenare il rammarico micidiale di vederlo tornare ai suoi livelli migliori con un’altra maglia. Situazione classica in cui comunque ti muovi rischi di sbagliare.