Premier League, svolta vaccini: un campionato a cui ambire, l’Italia osserva
Premier: obbligo del vaccino Covid entro il 1° ottobre non solo per calciatori e staff ma anche per tutti i tifosi che vorranno andare allo stadio.
Obbligo di due dosi di vaccino per tutti i giocatori della Premier League. Lo ha stabilito la Football Association, la federcalcio inglese, secondo quanto riportato dai media britannici. La FA recepisce così quanto previsto dal più ampio piano del governo britannico che prevede l’obbligatorietà del vaccino contro il Covid entro il 1° ottobre non solo per calciatori e staff ma anche per tutti i tifosi che vorranno andare allo stadio. Chi entro quella data non si sarà vaccinato, non potrà scendere in campo. E’ prevista una proroga di due settimane per chi al 1° ottobre avrà fatto una sola dose di vaccino. La nuova stagione della Premier League partirà a metà agosto e, secondo il Daily Mail, al momento solo due squadre sono in regola con le vaccinazioni.
In Italia una simile iniziativa viene considerata impossibile per questioni legali da vari attori del calcio, nonostante più di un giuslavorista consideri legittimo da parte del datore di lavoro esigere che il dipendente si vaccini, anche senza un provvedimento legislativo ad hoc. Per ora, in Serie A non si va oltre le raccomandazioni, come dell'Associazione italiana calciatori in una lettera inviata lunedì ai propri iscritti: “Vaccinatevi – è il senso del messaggio – per tutelare voi stessi, i vostri compagni di squadra e le vostre famiglie”.
Sullo stesso concetto stanno insistendo a voce i dirigenti dell'Aic anche nelle visite di questi giorni all'interno dei ritiri delle squadre di Serie A che si stanno preparando all'inizio della nuova stagione. A spanne, in ogni gruppo ci sono 1-2 giocatori No Vax, ma il caso dello Spezia dimostra che bastano e avanzano per accendere focolai. Nella scorsa stagione alle società veniva richiesto di sottoporli a due test molecolari settimanali per garantire il regolare svolgimento del campionato. Ora servirà il Covid Pass, come ai tifosi di Euro 2020 che dovevano dimostrare la doppia dose effettuata da almeno 14 giorni.
I club inglesi finora sono stati restii ad organizzare vaccinazioni speciali per i propri tesserati per evitare l'accusa di cercare favoritismi o saltare la coda, ma di fronte alla scadenza d'ottobre dovranno affrettarsi dal momento che il programma vaccinale inglese prevede un intervallo di tempo di otto settimane tra la prima e la seconda iniezione. In merito al passaporto vaccinale richiesto ai tifosi, la Premier League si è già espressa a favore, convinta della utilità e della praticità del documento nella gestione sicura degli impianti. Resta, però, da verificare la reazione dei giocatori – sottolinea il Mail – dal momento che non sarebbero pochi, soprattutto tra i più giovani, quelli titubanti di fronte alla vaccinazione.
In ogni caso, al netto di una situazione Covid in netta ri-esplosione date le varianti, la Premier League continua a portare a scuola gli altri campionati, ergendosi da esempio. D'altronde è anche a livello istituzionale che si può osservare una decisa differenza di mentalità. La Premier resta l'obiettivo a cui ambire, vedremo se in Italia verranno presi provvedimenti in tal senso.