Si parte per una nuova stagione, con la solita certezza da interismo puro. Perché tutti, nella Milano nerazzurra, vogliono bene ad Andrea Ranocchia. E non perché sia (solo) un uomo-squadra (appellativo, diciamo la verità, non totalmente lusinghiero), ma anche per altre ragioni. È stato ed è un ottimo difensore con una signora carriera, ma soprattutto ama questi colori: quest’ultimo un aspetto non proprio banale in un calcio dove i calciatori legati alla maglia si contano sulle dita di una mano. Lo Scudetto vinto la scorsa stagione ha rappresentato una sorta di premio per chi ha aspettato, aspettato e aspettato. Incassando di tutto e di più. Sempre in silenzio, a casa sua.
E casa vuol dire Inter, club che non ha mai tradito. Nemmeno quando il suo nome piaceva parecchio, tanto in Italia quanto in Europa: “È vero, ci fu un sondaggio da parte loro: per un po’, lo ammetto, ci ho pensato. Ma avevo preso la mia scelta: le cose qui cambieranno…”, spiegò nel dicembre 2014. Sapete il nome di quella squadra? Il Bayern Monaco, top club che seguì a lungo il percorso di Ranocchia, ai tempi uno dei difensori italiani più promettenti che raccolse l’eredità di una leggenda come Zanetti indossando la sua – pesantissima – fascia da capitano. In quegli anni anche la Juventus (allenata da Conte) ci pensò, ma nulla da fare. Idem per Galatasaray e Borussia Dortmund, le altre società che fecero dei passi concreti per convincerlo a cambiare maglia, vita, cultura, tutto. La storia ha detto altro con un rapporto mai interrotto con l’Inter (a parte due brevi prestiti con Sampdoria e Hull City).
In questi anni il mondo Inter si è ribaltato più volte, fino a giungere alla Rivoluzione anche nei trofei conquistati. Ricordiamo tra l'altro che Ranocchia, prima dello Scudetto 2021, era l’unico della rosa ad avere alzato un trofeo con questi colori: il 20 maggio 2011, con Leonardo in panchina, arrivò la Coppa Italia. E quella sera, nel 3-1 sul Palermo, fu titolare. Da allora è passata una vita e milioni di cose sono cambiate. Non l’amore di Andrea per l’Inter con la quale è riuscito a chiudere una sorta di cerchio con uno Scudetto che mancava da undici anni. Meritocrazia, per uno il cui sangue nerazzurro pulsa di professionalità.
Nella rosa 2021-2022 ci sarà ancora spazio per Ranocchia. E siamo certi che sarà tremendamente utile, e non solo fuori dal campo.