Ci fu un tempo in cui un calciatore brasiliano posò i suoi piedi fatati sull’erba benedetta di San Siro. Era un fenomeno, l’unico, il solo degno di tale appellativo. Gli amori finiscono, anche quelli ai limiti della follia tanto cari a Toto Cutugno. Ronaldo fu sostituito con Hernan Crespo, differente per caratteristiche tecniche. Meno fantasia, meno dribbling, meno estro, ma sempre un grande calciatore, campione indiscusso. Da Inter, insomma.
Ci fu un tempo in cui un calciatore svedese dalle spalle larghe e dall’autostima smisurata varcò i sacri cancelli di San Siro. Dava del tu al pallone e agli Dei del calcio. Era immarcabile, potente, devastante. Sfidò la pioggia e riportò il sereno quando la barca rischiava di affondare nell’acquitrino di Parma. Gli amori finiscono, anche quelli con le spalle al muro e dove non sei sicuro, sempre cari a Toto Cutugno. Ibrahimovic fu sostituito da Eto’o. Meno esteta più concreto, meno bello da vedere tecnicamente, ma altrettanto efficace. Anzi, di più, visto la collezione di Champions in bacheca.
Oggi è il tempo di Lukaku, ma ancora non sappiamo per quanto. I tifosi ne vorrebbe la permanenza perché il gigante buono incarna l'Interismo purissimo. È altruista, empatico, vincente. La trattativa con il Chelsea avanza e si sa, nel calcio non sempre vincono le emozioni. Bisogna anche essere razionali, pragmatici, e pensare a tanti altri aspetti. Rimango gli amori, magari quelli fragili che vanno via, in cui a soffrire sono solamente i tifosi, e gli altri pronti a dire cosa vuoi che sia. Aveva ragione ancora una volta Toto Cutugno, ma una cosa vogliamo aggiungerla senza presunzione.
C’è stato un tempo in cui è nata una squadra bellissima, unica, inimitabile. Quel tempo dura ancora, ed ancora durerà. È il tempo dell’Inter, di un amore che non tramonterà mai. Con o senza Ronaldo, Ibrahimovic, Eto'o, Lukaku. Così è (se vi pare).