C’è una strana espressione nei tuoi occhi. Un brano dei Rockes che potremmo dedicare a Simone Inzaghi. Intendiamoci, il mister è tuttora innamorato dell’Inter e soddisfatto della scelta compiuta, ma l’addio sempre più probabile di Lukaku ha rappresentato un fulmine a ciel sereno. Non solo per Inzaghi, privato improvvisamente di una certezza assoluta in campo e fuori, ma anche per tutta la piazza nerazzurra.
Tutti avevano ricevuto garanzia sulla permanenza del gigante buono. Rassicurazioni venute meno come castelli di sabbia, buone solo per scombussolare i piani di Marotta. Bravo comunque l'amministratore delegato nel gestire l’agitazione di una piazza travolta da un insolito destino nell’atipico mercato d’agosto. Che Hakimi fosse promesso sposo del Paris Saint Germain, pronto ad arricchire la collezione di campioni nel museo calcistico di Nasser Al-Khelaïfi, era cosa arcinota. Che Lukaku fosse sul punto di tornare al club che lo aveva sedotto ed abbandonato, lo sapevano in pochi. Difficile credere che questa trattativa sia stata pensata, montata e sviluppata in soli tre giorni del Condor. Sarebbe assurdo pensare che una società come l’Inter sia stata colta in castagna a soli venti giorni dall’inizio del campionato. Se così fosse, ci sarebbe poco da stare allegri.
L’Inter ha già pronto un piano alternativo. Zapata è il nome caldo, gettonato anche dallo staff tecnico. Le sue caratteristiche lo rendono compatibile con Lautaro Martinez. Vlahovic piace ma la Fiorentina spara alto. C’è poi la suggestione Kean. Il ragazzo è forte e si farà, ma per il momento le spalle per sostituire Lukaku appaiono strette. Quarantotto ore, non di più, e la matassa sarà sbrogliata. Intanto ci pare di scorgere sempre quella strana espressione negli occhi di Simone Inzaghi. Non vuol mica dire che non sia più innamorato dell'Inter, nè che voglia anche lui lasciare i nerazzurri. Non lo perderemo, questo è sicuro, anche perché il mister è l'unico che ha già vinto in partenza.
Così è (se vi pare).