ESCLUSIVA ID – Inter, senti Cosmi: ‘Il vero Dzeko è un’altra cosa…’
L’ex tecnico di Udinese, Genoa, Palermo e Crotone parla anche di Lautaro, Correa e di Alessandro Bastoni: ‘Può diventare il più forte di tutti’
“Il vero Dzeko è un'altra cosa: negli ultimi due anni, a Roma, ha reso al di sotto delle sue possibilità. Sostituire Lukaku, però, è un'altra cosa…”.
Serse Cosmi, ex tecnico di Perugia, Genoa, Palermo, Lecce ed Udinese, interviene così sull'acquisto del 'Cigno di Sarajevo' da parte dell'Inter. Nell'intervista esclusiva a Interdipendenza parla poi di Lautaro e della difesa nerazzurra e in particolare di Alessandro bastoni. Dopo l'esperienza al Crotone, l'allenatore spiega le doti di Simy, ma ammette anche che i giocatori della sua ex squadra, già pronti per palcoscenici importanti, erano anche altri due.
Dzeko all’Inter per sostituire Lukaku. Giocatore che le piace? L’operazione la convince?
Alla Roma negli ultimi due anni ha reso al di sotto delle sue possibilità, il vero Edin è un’altra cosa. Se sta bene fisicamente sa il fatto suo, ma è chiaro che Dzeko è stato preso perché giocatore d’esperienza, che può far comodo, ma sostituire Lukaku è un’altra cosa
Si dice che il bosniaco faccia giocare meglio che gli sta attorno: in questo senso vede bene Lautaro centravanti per questa stagione?
Lautaro è molto affidabile. Alla terza stagione con l’Inter ha trovato la sua consacrazione, anche grazie alla vittoria dell’Argentina: sono situazioni importanti per i giocatori, danno autostima. Riesce a giocare fuori dall’area, ed è molto bravo all’interno. Il miglior Dzeko per lui sarebbe sicuramente importante
L’ultimo rinforzo davanti sarà uno tra Correa, Insigne e Zapata, tutti con caratteristiche diverse: lei chi prenderebbe?
Sono giocatori diversi. Se prendi Insigne non devi considerarlo un attaccante classico, ha sempre fatto l’esterno e raramente la seconda punta, dovresti cambiare qualcosa a livello di gioco. Correa mi piace, ma se viene per sostituire Lukaku… Di certo l’unico che gli somiglia, anche se lontanamente, è proprio Zapata
Il punto di forza di questa Inter è certamente la difesa, rimasta intatta. Da allenatore, chi preferirebbe allenare tra Skriniar de Vrij e Bastoni?
Sono tutti e tre molto forti. Skriniar l’ho sempre visto come un grande centrale in una difesa a quattro. Come terzo, Conte è stato bravissimo a farlo adattare. Ma è migliorato tantissimo, ed è molto pericoloso anche nelle palle alte come del resto De Vrij. Bastoni è quello forse destinato a diventare il più forte di tutti, vista anche l’età
Lei ha allenato Simy la scorsa stagione. Dopo i grandiosi numeri che ha raggiunto, crede che Salerno sia una piazza adeguata? Non l’avrebbe visto meglio in una squadra “più attrezzata”?
I giocatori del Crotone che potevano giocare in piazze ancora più importanti erano Messias e Ounas. Simy è stato straordinario l’anno scorso e due anni fa in B, ma è un giocatore che rende meravigliosamente dentro all’area di rigore, quindi va messo in condizione di farlo. Se giocherà in area, continuerà a far gol costantemente
L’Udinese, quest’anno, ha potuto contare su fuoriclasse come Musso, andato all’Atalanta, e de Paul, al Madrid. L’Inter aveva gli occhi addosso ad entrambi: si può parlare di rimpianti?
I rimpianti, non economici ma tecnici, ci saranno. Fa parte della storia di questo club valorizzare certi giocatori. Musso e De Paul sono eccezionali. Uno che gioca titolare nel centrocampo dell’Argentina… Ma anche Musso, portiere affidabile. E non dimentichiamoci di Pereyra
Nel 2005 ha affrontato Messi in Champions proprio con l’Udinese. Il tridente era poi composto da Eto’o e Ronaldinho, con gli ultimi due già affermati al contrario della Pulce. Oggi Messi è al centro mediatico del mondo dato il suo trasferimento al PSG. L’avrebbe mai detto chi sarebbe diventato?
Ronaldinho vinse anche il Pallone d’Oro alla fine della stagione, era stratosferico. Quell’anno Messi era alla prima stagione in Champions, ma già da subito si capiva che era un predestinato. Arrivare ai suoi numeri e alla sua continuità era impensabile, comunque: quello che conta in una carriera è proprio la costanza, e quella che ha avuto Messi è impressionante. Talento incredibile che si notava davvero da subito