“Inzaghi ha fatto passi da gigante, trasformando prima di tutto il suo carattere da quando faceva il giocatore. L'Inter ha fatto bene a puntarci, ma si è indebolita. Lukaku è l'attaccante più forte d'Europa, Dzeko un giocatore diverso. Il mio anno in nerazzurro…”
Marco Ballotta è stato intervistato in esclusiva da Inter Dipendenza. L'ex portiere italiano ha percorso 40 anni di calcio italiano, di cui 18 da protagonista fra i professionisti, raccogliendo numerosi successi. Una carriera importante, che lo ha visto giocare in piazze prestigiose come Modena, Parma, Brescia, Inter e soprattutto Lazio, la squadra a cui forse è maggiormente legato. Queste le sue parole.
Lei ha giocato con Simone Inzaghi, nuovo allenatore dell’Inter. Lo conosce bene: crede che riuscirà a raccogliere l’eredità di Conte?
“L’eredità di Conte non credo sia un problema. Ha già allenato, ottenendo ottimi risultati con la Lazio. Il problema è se la squadra sarà all’altezza: via Lukaku, via Hakimi, l’Inter perde molto, anche se resta competitiva almeno in Italia. Inzaghi però alla Lazio ha dimostrato cosa sa fare. Di certo conosceva perfettamente l’ambiente, a Milano avrà molte più pressioni, ma non essendo alle prime armi saprà gestire tutto nella maniera giusta”.
Ricorda degli aneddoti sul carattere di Inzaghi? Sicuramente sembra un perfezionista.
“Ritengo sia migliorato molto. Da quando era giocatore ha fatto dei passi da gigante anche a livello caratteriale. Fare l’allenatore e il giocatore sono cose diverse, devi trasformarti. Lui ha fatto tutta la trafila dalle giovanili, ha avuto la sua occasione in prima squadra e anche a livello caratteriale ha fatto vedere di essere all’altezza. Ha giocato partite importanti, anche in campo europeo, non ho dubbi: se l’Inter ha puntato su di lui ha di certo notato le sue qualità e caratteristiche”.
Nonostante le critiche dell’anno passato, si ripartirà da Capitan Handanovic. Un pensiero sul portiere nerazzurro?
“Dico che è ancora estremamente affidabile. Poi, certo, gli anni passano per tutti. Handanovic lo conosco perché era alla Lazio come terzo portiere, e lì ci fu l’errore di non averlo tenuto. Ma parliamoci chiaro: anche se magari ultimamente ha alternato ottime prestazioni ad altre meno buone, resta il portiere dello scudetto. Poi, lo vuoi cambiare? Mica è facile trovare un sostituto all’altezza. Occorre organizzarsi in modo programmato, senza improvvisare. Magari tra un anno o due l’Inter valuterà seriamente l’erede di Handanovic, ma dipende molto dalla condizione della società”.
Da ex portiere, avrebbe temuto più la tecnica di Dzeko o il senso del gol di Lukaku?
“Beh non si può dire male di Lukaku. Per me è probabilmente l’attaccante più forte d’Europa, un goleador da 30 gol a stagione, con una prestanza fisica impressionante. Dzeko è un grande giocatore ma diverso, non propriamente un goleador ma che gioca anche per gli altri. Lo ritengo comunque un valido sostituto: poi, considerando le questioni economiche, penso che la dirigenza non potesse muoversi in maniera migliore”.
Nel 2000 Moratti la portò a Milano. Come ricorda il suo anno in nerazzurro?
“Rimasi all’Inter solo una stagione. Non è certo stata un’annata felice a livello di risultati. Ci furono vicissitudini particolari con Lippi dopo la prima di campionato, non avevamo una squadra che magari potesse ambire a risultati straordinari, anche se negli undici titolari c’erano giocatori forti. Fu una stagione tutto sommato mediocre”.
Lei è attualmente il giocatore più “anziano” ad aver mai giocato in serie A, record raggiunto a 44 anni. Buffon quest’anno sarà in B col Parma: tecnicamente non può superarla…
“Vediamo se l’anno prossimo torna in Serie A, in quel caso mi batterebbe. Se mi supera l’avrà meritato. Onestamente, se dovesse battermi meglio di lui non ci sarebbe stato nessun altro. Stesso ruolo, abbiamo giocato insieme a Parma ed era un bambino: già si parlava di lui, ma nessuno si sarebbe aspettato che diventasse un portiere simile”.