Inter, Marotta è volpe astuta. Per l’attacco è testa a testa
Beppe Marotta è una volpe. Astuta, scaltra, capace a differenza di tante altre, di arrivare anche a cogliere il grappolo d’uva posto sulla cima più insidiosa. E quando dice che è acerba, lo fa solo con cognizione di causa, senza bugie o mezze verità. Nessuna ode a Marotta, non ne ha bisogno, solo constatazione dei fatti. Dati alla mano, l'Inter si è gettata nel calciomercato accantonando sintomi ansioso depressivi che hanno colto le vedovelle di Conte, Hakimi e Lukaku. Vaglielo a spiegare che conta sempre e solo l'Inter.
L’Inter, appunto, che ha attraversato, così come tantissime altre squadre, un periodo complesso da un punto di vista economico. Ceduti alcuni pezzi da novanta per questioni di bilancio, i nerazzurri si sono gettati sul mercato. Hanno agito con estrema razionalità ed oculatezza. Impossibile spendere l’intero ricavato delle vendite. Neanche avvicinarsi. Giusto, invece, rinforzare la squadra con pedine perfettamente funzionali al credo di Inzaghi, tenendo sempre d’occhio il salvadanaio.
Inzaghi in questo è stato paziente. A differenza di qualche collega non ha battuto i pugni sul tavolo per la partenza di questo o quell’altro calciatore. Ha compreso, per esempio, che se il figliol prodigo Correa non dovesse arrivare è solo perché Marotta non vuole che l’Inter, pur attraversando un momento delicato, diventi la vittima da prendere per la gola. Niente aste, discorso valido per Correa, Zapata e Nandez. Nonostante il parere di qualcuno che evidentemente non conosce bene i fatti, sono tanti i calciatori smaniosi di indossare la maglia nerazzurra. L’ultimo è Thuram, attaccante che contenderà a Correa l'ultima casacca disponibile per il reparto offensivo. Qualcuno indosserà il nerazzurro, ma alle condizioni di Marotta. Con un'unica certezza: nessuno prenderà l'Inter per la gola.
Così è (se vi pare).