INTER – La macchina di Smone Inzaghi ha dimostrato di poter viaggiare veloce. Nonostante il doloroso addio a Conte, l'Inter non ha perso il vizio e – contro il Genoa – i nerazzurri hanno ben figurato. La Gazzetta dello Sport oggi spiega le differenze viste in campo e i nuovi concetti di gioco espressi dall'ex tecnico della Lazio.
“L’Inter di Simone è meno diretta nella sua verticalità, ma probabilmente più libera nei movimenti. L’uscita di palla dalla difesa che con Conte si è vista centinaia di volte – ovvero il lancio al buio dell’esterno verso Lukaku per la sponda che innescava la ripartenza, un cult del gioco di Antonio – contro il Genoa ieri non s’èmai visto. L’Inter ha affidato l’avvio di quasi tutte le manovre a Brozovic. Il croato lo scorso anno veniva aiutato in regia frequentemente da Eriksen, che spesso lo sostituiva in avvio di azione. Calhanoglu in questo è profondamente diverso: mai ha affiancato Brozo (quel lavoro in un paio di occasioni lo ha fatto Barella), l’Inter probabilmente con il turco perde qualcosa in regia ma guadagna tanto in fase di rifinitura e di conclusioni”.
C'è di più. Anche la squadra di Inzaghi è sembrata cattiva come quella di Conte, forse anche di più.
“L’altra novità di Inzaghi è il pressing esasperato, portato quasi fino al limite dell’area avversaria. Anche l’Inter di Conte faceva del pressing un’arma fondamentale, decisiva. Ma il tutto scattava qualche metro più indietro”, la valutazione del quotidiano.