Inter, I M BACK: 556 giorni dopo, il ritorno al Meazza
Inter, I M BACK: il ritorno del tifoso allo stadio dopo più di un anno e mezzo in Serie A. Emozioni, nuove dinamiche, colori e sensazioni.
Inter, I M BACK: 556 giorni dopo il ritorno al Meazza. Era il 12 febbraio 2020 quando i nerazzurri, nel match di Coppa Italia contro il Napoli, poterono contare per l'ultima volta sul supporto di uno stadio gremito di tifosi. La gara finì con una sconfitta, alla quale seguì poi lo stop imposto dalla pandemia da Covid-19. Ieri (21 agosto 2021, ndr) il Meazza si è tornato a riempire – se così vogliamo dire – di passione, gioia, cori, supporto e tante emozioni. Un momento da incorniciare e che rimarrà impresso nella storia.
Tra l'odore delle salamelle ed i colori delle bancarelle, i tifosi hanno fatto ritorno a casa. Sì, proprio a casa. Perché San Siro per un supporter, o meglio innamorato nerazzurro, è il proprio habitat, il proprio posto del cuore. Certo, alcune abitudini sono cambiate – maggiori controlli, tempistiche dilatate e modificate, una nuova routine da assimilare (tutto dettato dalle norme per il contenimento del contagio) -, ma ciononostante la voglia di Inter della gente non si è affievolita. Anzi, si è raddoppiata, quadruplicata, elevata al cubo.
“Un grazie ai 27.402 spettatori che quest'oggi hanno colorato San Siro” così la voce dello speaker ha ringraziato, a nome della società, le persone presenti allo stadio. Oltre 27 mila applausi, cori d'incitamento, magliette colorate sugli spalti e soprattutto sorrisi. Perché quello che non è mancato nella serata milanese – orario perfetto per l'aperitivo sui Navigli o in Duomo – sono stati i volti emozionati e felici dei tifosi nel poter nuovamente seguire da vicino il proprio amore, di poter soffrire e gioire insieme. Cori, sciarpe, bandiere sventolanti e tanta voglia di festeggiare: questo quanto si percepiva. Un anno e mezzo lontano dalla propria metà, infatti, è difficile da sopportare. D'altronde: “Te l'ho promesso da bambino, per sempre ti starò vicino“.
Una vicinanza non solo “spirituale”, bensì fisica, emotiva, partecipativa. L'urlo all'ingresso dei calciatori nella fase di riscaldamento: incredibile. I cori all'annuncio della formazione titolare: indescrivibili. I boati ad ogni gol: magici. Un mix unico e fantasmagorico, riassumendo: da pelle d'oca. Un qualcosa che un tempo sembrava così banale ha riacquistato – in questo periodo di assenza – un nonsochè di speciale. Spesso in questi mesi si è parlato di rinascita e ripartenza prima con la ripresa dell'economia, poi – a livello calcistico – con la presenza delle persone allo stadio durante gli ultimi Europei. Ora è tempo di rinascita del tifo nostrano, nel caso particolare, di quello nerazzurro. Rincontrare vecchi amici, conoscerne di nuovi, fare quattro chiacchiere con il vicino di posto (sempre mantenendo il distanziamento), questo è ciò che lo stadio crea e dona: aggregazione, unione, fratellanza.
La partita, grazie anche al risultato finale di 4-0 sul Genoa, è diventata in men che non si dica una festa. Costante ed interminabile sia l'incitamento al mister ed ai calciatori – ricambiato da entrambe le parti più e più volte -, che gli applausi e le emozioni (con qualche lacrima di gioia). Il tutto a simboleggiare una vicinanza rinnovata, una nuova e ritrovata spinta verso nuovi traguardi ed obiettivi. In poche parole, il ritorno al tifo è un qualcosa di difficile descrizione che necessita semplicemente di essere vissuto in prima persona e da oggi, tutto ciò, è nuovamente possibile.
Inter, I M BACK.