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L’Inter vince, Correa segna, Inzaghi sogna. Le chiacchiere agli altri

Inzaghi piace. Per atteggiamento propositivo e positivo, per dedizione alla causa, perché antepone il noi all’io. Immaginiamoci un qualsiasi altro allenatore al suo posto. Un Mister X a cui tolgono Hakimi e Lukaku. Sicuri che avrebbe detto le stesse cose – e con ferma convinzione – di Inzaghi? Ci sia consentito più di un dubbio. 

Dubbi ne abbiamo anche in merito al presunto indebolimento della rosa. Partito Lukaku – felici che abbia coronato il sogno di vestire la maglia di una delle squadre per la quale tifava da bambino – sono arrivati Dzeko e Joaquin El Tucu Correa. Non siamo così arroganti da trarre conclusioni affrettate e ci affidiamo alle risposte del campo. Quelle che ci hanno fatto estremamente godere per la doppietta del Tucu a Verona. 

Se l’Inter si è indebolita, la Juventus senza CR7 ha fatto altrettanto? Qualcuno affermerà di no, magari aggiungendoci che con i vari Kean, Scamacca, Icardi e chi più ne ha, più ne metta, la Vecchia Signora acquisirà maggiore imprevedibilità. Anche in questo caso sarà il campo a stabilire se la Juventus, senza l’uomo che in bacheca ha più Champions League della squadra che l’ha comprato per sperare di vincerla, si è indebolita o meno. 

Quello che scriviamo noi, che all’equilibrio teniamo, è che il ragionamento fatto per l’Inter – più debole senza Lukaku – deve valere per tutti. Anche per chi perde – tecnicamente un uomo da trenta gol a stagione. E questo esula da qualsivoglia ragionamento economico. Altrimenti è meglio lasciar parlare il campo. Come ha fatto El Tucu Correa. Quanto ci ha fatto godere. Nella bella Verona, oh Joaquin, Joaquin, perché sei tu, Joaquin? 

Così è (se vi pare).