Inter, prima che iniziasse la sessione di calciomercato attorno alla squadra nerazzurra orbitava con insistenza una parola che racchiude un concetto: ridimensionamento. Si parlava infatti di cessioni eccellenti senza garanzie su chi sarebbero stati i sostituti. Ora, a mercato chiuso, si possono tirare le somme. E ad addentrarsi nella questione ridimensionamento o meno, ci ha pensato il Corriere dello Sport. Le partenze sono state quelle di Lukaku e Hakimi, di certo non due qualsiasi.
Mentre i rinforzi portano i nomi di Dzeko, Correa, Calhanoglu e Dumfries. Forse la squadra, scrive il quotidiano romano, è nel complesso meno forte, ma di certo è più completa. In attacco soprattutto esistono alternative che negli ultimi hanno sono mancate, ma soprattutto sono arrivati giocatori che hanno caratteristiche che rendono il reparto più completo rispetto alle ultime stagioni. Questa la ricostruzione.
“Se si eccettuano rari casi (Juric e il Torino), c’è stata una forte identificazione degli allenatori con le società. L’esempio di Inzaghi è il più appropriato insieme a quello di Pioli. Chiedevano qualità e qualità hanno avuto. Può darsi che l’Inter non sia più forte dell’anno scorso, sono partiti Lukaku e Hakimi che ne erano i trascinatori, ma di sicuro piace di più, infiamma la sua gente col gioco, con la fantasia di Calhanoglu e Correa, con i ragionamenti rapidi di Dzeko, con la velocità di Lautaro. E’ una squadra completa, con una difesa solida, compatta, con i tre rappresentanti legati col fil di ferro, un centrocampo dove la miscela di dinamismo (Barella) e tecnica (Calhanoglu) tiene alto il livello della manovra e un attacco dove c’è tutto, ma proprio tutto”.