“Simone Inzaghi è la scelta migliore che l’Inter potesse fare. I nerazzurri, visto l’addio di Ronaldo alla Juventus, restano i favoriti”.
Non ha dubbi Nicola Binda, da 33 anni giornalista de La Gazzetta (attualmente è caposervizio e inviato). Nel corso dell’intervista a Interdipendenza, poi, parla anche di Christian Eriksen, del ridimensionamento della Serie A e dei giovani di talento fra cui Giacomo Raspadori.
Cominciamo dall’addio di Antonio Conte e dall’arrivo di Inzaghi. Che ne pensa?
È stato un cambio determinante perché Conte è stato l'uomo che ha riportato lo Scudetto. La scelta di Inzaghi è stata la migliore che si potesse fare.
Sono però partiti anche Romelu Lukaku e Achraf Hakmi…
Scelta saggia perché ha rinunciato ai gioielli, è vero, ma lo ha fatto per ragioni di bilancio. Grazie alle idee è poi riuscita a sostituirli con elementi che hanno mantenuto alto il livellto tecnico. Poi bisogna sempre fare un rapporto: se l'Inter giocasse contro 19 Paris Saint Germain lotterebbe per evitare la retrocessione. Siccome di Psg non ce ne sono in Serie A, i nerazzurri sono i favoriti. Una Juventus con Ronaldo e con Massimiliano Allegri poteva diventare più temibile ma senza il portoghese e con Kean non è più forte dello scorso anno.
Quali potranno essere le differenze fra l’Inter di Conte e quella di Inzaghi?
Il salto di qualità prevede un miglioramento in Europa ma confermarsi in Serie A sarebbe un grandissimo risultato. Vedremo centrocampisti che si inseriscono di più e attaccanti meno prolifici.
Non dimentichiamoci, però, che mancherà Christian Eriksen…
In un mercato al risparmio, la scelta di Hakan ÇalhanoÄŸlu è logica. L'ex MIlan può migliorare anche perché Eriksen non ha avuto molto modo di esprimersi durante la scorsa stagione e non ha lasciato una traccia indelebile.
In questi giorni rimbalza la voce di un interessamento dei nerazzurri per Giacomo Raspadori…
Dopo la cessione di ‘Ciccio’ Caputo avrà sicuramente più spazio. Gli emiliani puntano su di lui e su Gianluca Scamacca. Questo sarà l’anno della verità. Loro sono il futuro del nostro calcio soprattutto perché nel nostro calcio c'è poco spazio per gli italiani. E, dunque, quei pochi sono da coltivare.
Non vede altri talenti?
Certo. Possono arrivare dalle categorie minori. Il Monza di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani, ad esempio, ha provato con ‘i nomi’ ma ha capito che non si vince con loro ma con i calciatori di categoria. Le scelte di quest'anno infatti sono ottime. I valori della B sono saliti in almeno dodici squadre.
In questa sessione di calciomercato, visti gli addii di Hakimi, Lukaku, Ronaldo ma anche di Rodrigo De Paul e Gigio Donnarumma, c’è stato un marcato ridimensionamento della Serie A?
Il calcio moderno va di pari passo con la materia economico-finanziario. Dopo il Covid, con il crollo delle risorse e l'aumento della massa debitoria, è normale che la priorità per le società sia stata quella di ripianare i conti. Questo ha portato a impoverire la Serie A ma anche il patrimonio delle società. Se avessi la piscina ed il il marmo di Carrara la mia casa avrebbe un valore, se avessi i mobili di Ikea, un altro.