Inzaghi ha svolto nel corso di questa estate un ruolo molto importante. Non solo allenatore, ma ha anche influito molto nelle scelte di mercato. Dzeko era la prima scelta dopo l'addio di Lukaku. Correa era il suo pupillo dopo averci lavorato nell'esperienza alla Lazio. Dumfires era il nome in cima alla lista per la fascia destra, e Calhanoglu era un suo obiettivo già a Roma. La società lo ha quindi accontentato su tutto, ma la Gazzetta dello Sport questa mattina ha svelato un retroscena su queste scelte.
Ci sarebbe infatti un fattore che accomuna questi 4 profili, ossia quello di essere gli uomini ritenuti adatti per dare la svolta al cammino in Champions. Dzeko ha numeri importanti nella massima competizione europea, e viene considerato la certezza. Il trequartista ex Milan viene invece definito la variabile impazzita, “ha debuttato in Champions a 20 anni, in un preliminare vinto con il Leverkusen contro il Copenaghen, con tanto di gol su punizione nella rimonta del ritorno. In totale Calha vanta 24 presenze e 7 reti, tutte col Bayer, dove si è messo in evidenza con la specialità della casa: il calcio di punizione. Dal 2013 a oggi, nei top 5 campionati, Calhanoglu è secondo solo a Messi (14 contro 30) nelle reti segnate da fermo”.
Poi Correa, che ha disputato il torneo sia con il Siviglia che con la Lazio, e Dumfries, che ha nel bagaglio 10 presenze e un'eliminazione causata con il suo PSV porpio ai danni dell'Inter.