“La prima volta che ho visto Edin Dzeko aveva soltanto 11 anni. Tutti già parlavano di una giovanissima promessa che segnava gol a raffica“. Inizia così l'intervista a Amar Osim, il tecnico che ha lanciato l'attuale centravanti dell'Inter. “Mi resi subito conto – ammette a Tuttosport in edicola oggi (sabato 4 settembre, ndr) – delle sue qualità“.
Osim ricorda come “Edin, nelle giovanili, avrà realizzato 40-50 gol a stagione. Non è mai semplice segnare, anzi è la cosa più difficile nel calcio. Non ci riesci se non sei forte e intelligente, doti da top player, tutte insite in Dzeko“. L'allenatore sottolinea come, quest'estate, scegliendo il club nerazzurro, il centravanti abbia compiuto “la scelta giusta. Sinceramente era difficile trionfare con la Roma, che resta una grande società, ma che ha conquistato pochissimi titoli negli ultimi 50 anni. Nell'Inter – ha aggiunto Osim – la storia è completamente differente“.
L'allenatore, nel corso dell'intervista rilasciata al quotidiano sportivo torinese, parla poi del lato umano di Dzeko. “Dopo la partita contro lo Shakhtar Donetsk del 2018, era in una sala attorniata da tante persone. Giornalisti, amici, tifosi, sponsor. Se ne sarebbe potuto andare con la scusa di essere stanco, invece – racconta Osim – diede importanza a tutti, padroneggiando 4-5 lingue differenti. Trovò l'energia di rapportarsi con ognuno di loro: sapeva quanto ci tenessero“.
Il tecnico rivela poi un altro retroscena legato al centravanti bosniaco. “Ero a Roma anche dopo la vittoria contro il Barcellona. Edin volle me e i miei amici a un party privato con tutti i giocatori giallorossi. Mandò una macchina a prenderci e trascorse la notte con noi, continuando a mostrare la semplicità di un ragazzo che ha compiuto un'impresa“.