“Questione di feeling, solo di feeling. Così per scherzo tra di noi, improvvisando un po'. Ti seguo pure, vai“
Un legame sottile, una sintonia, un'intesa immediata. Sintetizzando: Inter–Real Madrid, gara in programma a San Siro mercoledì 15 settembre. Proprio così. Dai gironi di Champions League, agli intrecci di mercato passati alla storia, fino alla finale del Bernabeu che – pur non avendole viste scontrare – le ha legate tra loro. Presenti, ma impercettibili, di taglio economico quanto romantici: i rapporti tra la Casa Blanca ed i nerazzurri sono sempre stati buoni.
Cinque momenti, tralasciando il molto rumore per nulla della Super League, che hanno caratterizzato l'asse Madrid-Milano. Il primo episodio, che verrà sicuramente alla mente, è il lontano 2002. Anno nefasto, per l'Inter e tutte la sua tifoseria, quando un certo Fenomeno – nome completo Ronaldo Luis Nazario de Lima – lasciò il club di Massimo Moratti, che tanto lo aveva voluto e desiderato, e si trasferì alla corte di Florentino Perez per una cifra all'incirca di 45 milioni di euro. Irrisoria pensando alle attuali, ma era il 2002 non il 2021.
Un addio tanto doloroso, quanto inevitabile che però diede il là per la gioia interista – come in un incantesimo – a delle successive operazioni negli anni avvenire. Estate 2004. Dai Galacticos, a parametro zero, arriverà Esteban Cambiasso: manna dal cielo per l'Inter di Roberto Mancini ed i successivi allenatori nerazzurri. Arrivato nell'ombra, El Cuchu ci ha messo poco a far capire la sua centralità ed importanza nella mediana nerazzurra. Mentalità, tempistiche, gestione ed intelligenza. In poche parole il 19 cardine del centrocampo al quale, 5 anni dopo e togliendo nove numeri di maglia, si aggiungerà l'olandese Wesley Sneijder. Dalla Spagna in Italia: un asse collaudato.
Similitudini? Provenienza stellare, ma etichetta di incompleto, seconda scelta, non centrale al progetto – galattico ed esoso – del Real dei bei tempi. L'Inter fiuta il colpo e, su indicazione del tecnico Josè Mourinho, affonda il colpo. Gioia. Libidine. Estasi. Sbarco a Milano, auto in direzione San Siro, derby da titolare. Da quel momento in poi Sneijder diventa il 10 dell'Inter dei sogni e come nelle favole che si rispettino, prima o poi, arriva il lieto fine. Data? 22 maggio 2010. Luogo? Stadio Santiago Bernabeu di Madrid.
La casa del Real apre le porte ai nerazzurri e, ironia della sorte, a Cambiasso e Sneijder. Da seconde scelte a protagonisti. Dai Blancos dei pluricampioni – in quella stagione eliminati agli ottavi dal modesto Lione – ai nerazzurri eroi della storia moderna (il Triplete insegna). Madrid-Milano, Milano-Madrid, il legame – seppur a distanza – riaffiora. Undici anni dopo, per la seconda volta consecutiva, le strade di Real ed Inter si torneranno ad incrociare, il 15 settembre si scriverà una nuova pagina del libro: “Legame blanco-nerazzurro“. La passata stagione, in entrambi i confronti, la truppa di Zidane fece piangere il gruppo di Conte.
Ora i condottieri sono cambiati su entrambe le panchine ed andrà in scena un nuovo, ma vecchio, atto: Ancelotti contro Inzaghi, Inter nuovamente contro i Blancos.
“Così per scherzo tra di noi, improvvisando un po'. Ti seguo pure, vai. Questione di feeling”.