Inter, questa volta non si può sbagliare. E' assolutamente necessaria (praticamente imposta) una svolta nel cammino europeo.Perchè quello degli ultimi tre anni non è stato all'altezza del blasone dell'Inter,e soprattutto del valore delle squadre allestite per Spalletti prima e per Conte poi. Il “blocco da girone di Champions” che si sta vivendo ricorda ciò che avvenne a cavallo tra l'era Mancini e il primo anno di Mourinho, quando lo scoglio invalicabile era rappresentato dagli ottavi. In quel caso, quando l'Inter riuscì a rompere l'incantesimo, arrivò addirittura la coppa.
Di certo non è questo l'obiettivo della stagione, che va oltre ogni più sfrontata utopia. Ma può essere di buon auspicio il fatto di incontrare, sulla panchina del Real, quell'Ancelotti che nel 2010 guidava il Chelsea (battuto appunto agli ottavi). Ora ci sono diversi motivi che spingono a pensare che a febbraio l'Inter possa essere tra le 16 regine d'Europa. In primis c'è una squadra che, grazie alla vittoria dello scudetto, ha acquisito consapevolezza circa il proprio livello. E qualche giocatore ha anche arricchito il suo Palmarès personale con le rispettive nazionali. Bastoni e Barella si sono laureati campioni d'Europa, mentre Lautaro campione d'America.
E proprio Lautaro è chiamato ad un salto di qualità anche in termini di leadership, ora che la società gli stando fiducia, riconoscendogli il tanto sognato rinnovo (con adeguamento). L'argentino sa come far male nelle gare che contano. Ne sa qualcosa il Barcellona, punito dal Toro dopo pochi minuti in una gara di due anni fa, anche se poi furono proprio i catalani a gioire. Un altro fattore può essere Inzaghi, che esprime un gioco decisamente più europeo rispetto a quello di Conte. Basta guardare la partita di 12 mesi fa tra Lazio e Borussia per capire perché quest'anno potrebbe tirare un vento diverso. Sarà però necessario non eccedere nella propensione offensiva, ma cercare anche un giusto equilibrio, per evitare che i gli attaccanti dei Blancos possano colpire duramente.
Poi, anche il mercato posto in essere da Marotta darà una mano in questo senso. Sono arrivati infatti giocatori di qualità (necessari per il calcio ad alti livelli che impone la Champions), e soprattutto con numeri importanti nelle gare europee. Per completare la miscela basta aggiungere quei giocatori, come Vidal, che trovano in questi match il loro habitat naturale. Infine anche il destino sembra averci messo del suo. E non guasta mai. Il girone rappresenta un'autentica rivincita di quanto accaduto nella scorsa stagione, con una variante da non sottovalutare. Non ci sarà il Borussia, che tolse all'Inter due punti, ma lo Sheriff Tirapsol. I moldavi potrebbero essere tanto la squadra materasso del girone, quanto la variabile impazzita, capace di togliere punti pesanti alle altre 3. Tanti motivi per crederci insomma, ma un'unica certezza. Non potranno ripetersi gli auto-sabotaggi degli ultimi tre anni.