La stanchezza e la poca precisione fermano l’Inter. A Marassi finisce in pari
Rubrica ideata e curata dall’agente Fifa Sabatino Durante e dal giornalista Raffaele Garinella. I barbieri di Saba, barba o capelli, sotto a chi tocca.
Sampdoria-Inter 2-2
Nell’Inter non c’è Bastoni, ai box per un infortunio rimediato in Nazionale. Inzaghi lo sostituisce con Dimarco e conferma Darmian sulla corsia esterna. In attacco spazio alla coppia Lautaro-Dzeko. Nella Sampdoria esordio dal primo minuto per Ciccio Caputo. Un pari che accontenta solo per la precaria condizione fisica di molti calciatori tornati dal tour de force in Nazionale. L'Inter si addormenta in due occasioni e si lascia infilare con troppa facilità da una Sampdoria tutt'altro che irresistibile. Siamo solo all'inizio e per ora va bene così. Contro il Real Madrid in Champions League serviranno maggiore concentrazione e più cinismo.
Primo tempo. Il sinistro fatato colpisce il pallone con dolcezza e decisione. Dal cielo arriva la benedizione di Mario Corso. Il primo gol di Federico Dimarco in maglia nerazzurra è di quelli che non si possono dimenticare. Valgono i brividi con cui l’emozione attraversa il corpo prima di sprigionarsi in quell'urlo liberatorio sognato da bambino. Gol su punizione con la maglia della squadra del cuore ed Inter in vantaggio. Tutto bellissimo fino all’autorete di Dzeko che indirizza in porta il tiro innocuo di Yoshida. La deviazione involontaria dell’attaccante bosniaco rimette in carreggiata una Sampdoria fino a quel momento inoffensiva. L’Inter non si scompone più di tanto e da una gemma di Barella nasce il gol del nuovo vantaggio nerazzurro griffato Lautaro Martinez. Calhanoglu ruba palla a Thorsby e serve Barella. La progressione del 23 nerazzurro spacca in due la mediana blucerchiata e ne polverizza certezze ed efficacia. Dopo aver resistito ad un paio di falli, Barella lascia partire un cross a centro area per Lautaro Martinez, lesto ed abile nel coordinarsi col piattone sinistro prima di incornare Audero.
Secondo tempo. Neanche il tempo di realizzare che è cominciata la ripresa che l’Inter subisce il 2-2. Caputo libera Bereszynski che crossa per Augello lasciato incolpevolmente solo e libero di calciare in porta. L’Inter ha una triplice occasione per riportarsi in vantaggio ma, Perisic, Lautaro e Calhanoglu sciupano goffamente. D'Ambrosio evita addirittura la beffa salvando sulla linea di porta l'Inter da una sconfitta che, per quanto visto in campo, sarebbe stata immeritata.
Il simpatico buffetto. Dimarco ha disputato una buona gara sia sotto il profilo difensivo, sia in fase di possesso. Buona l’impostazione così come la visione di gioco. Sontuoso il calcio di punizione con cui sblocca il match. Si arrende per infortunio. Barella corre per tre. Da un suo strappo nasce il 2-1 di Lautaro. Tucu Correa entra molto bene in partita ma è costretto a retrocedere quasi subito a mezzala per via dell'infortunio di Sensi. Non manca la solita garra associata alla costante generosità e se in attacco può poco o nulla non è certo per suoi demeriti. Un plauso anche a D'Ambrosio che salva sulla linea un gol fatto.
Le rasoiate. Handanovic non sembra sicuro. Poco deciso sul campanile di Colley da cui nasce il momentaneo 1-1 doriano, dá quasi sempre la sensazione di non far dormire sonni tranquilli ai difensori. Per Inzaghi è tempo di valutazioni. Calhanoglu ha disputato una gara a malapena sufficiente. È entrato nell’azione del momentaneo 2-1 ed ha sciupato una buona occasione per portare l’Inter in vantaggio. Il suo estro non si è visto. In ombra anche Edin Dzeko, soprattutto nella ripresa. Nel primo tempo ha speso tanto per i continui movimenti in area in favore del compagno di reparto, poi le fatiche di Nazionale sono puntualmente emerse nei secondi quarantacinque minuti. Perisic ha subito costantemente le imbucate di Candreva. In fase di non possesso è stato poco utile, mentre ha da recriminare per un gol fallito in fase di possesso. Da rivedere.