Denzel Dumfries è stato l’acquisto più particolare dell’estate nerazzurra. Marotta e Ausilio, dopo aver perso a suon di milioni Achraf Hakimi, accasatosi al Paris Saint Germain, hanno deciso di puntare su questo giovanotto dal passo rapido e l’esplosività di un ghepardo. L’erede del marocchino è costato circa 12.5 milioni di euro, pagati al PSV, un affare se si pensa al livello con cui ha giocato l’Europeo e soprattutto ai prezzi che girano da cinque anni a questa parte.
Eppure Dumfries non ha ancora avuto occasione di mettersi in mostra. Vittima del più classico dei periodi di adattamento nei confronti dell’habitat più difficile per un terzino moderno, ossia il nostro campionato, è entrato contro il Genoa solo negli ultimi 10 minuti, restando in panchina a Verona e riassaporando 25 minuti di Serie A ieri, contro la Sampdoria (leggi qui il nostro editoriale dopo la sfida di Genova). Una prima giocata da missile per Dumfries, che si è lanciato sull’out di destra a pochi secondi dal suo ingresso in campo, come avesse puntato una preda nella savana, arrivando nell’area avversaria e servendo Correa, che ha però sprecato malamente. Poi la sensazione è stata un immediato bisogno di ossigeno, come se avesse subito finito la benzina dal motore ghepardesco che si ritrova.
Si presupponeva una sua definitiva esplosione nel corso di questa settimana; qualcuno aveva addirittura ipotizzato una sua titolarità mercoledì, all’esordio Champions contro il Real Madrid. Più probabile che venga utilizzato dal 1’ nel prossimo turno di campionato, contro il Bologna, avversario meno probante e contro cui Simone Inzaghi vorrà certamente tentare una mossa più offensiva.
Fondamentale, comunque, sarà questa settimana di allenamenti. Dumfries sta ultimando il tirocinio: è quasi pronto… Al decollo.