Secondo Arthur Koestler, giornalista e filosofo ungherese, nessuna morte è triste e definitiva come quella di un’illusione. Il primo istante dopo aver ricevuto un colpo non si soffre; ma si sa già che la sofferenza comincerà presto. Teoria che applicata al mondo pallonaro sancirebbe, in definitiva, la morte delle illusioni di un calcio estivo.
Il pari di Genova – 2-2 con reti di Dimarco e Lautaro – ha visto sfilare un corteo funebre promosso da tifosi psudodepressi ed angosciati. Musi lunghi per aver visto l’Inter, secondo la loro visione del calcio, dilapidare maldestramente due punti. È il calcio, non si può vincere sempre. I due punti di svantaggio su Napoli, Milan e Roma in questa fase iniziale di stagione non significano nulla.
Così come rappresentano aria fritta o poco più le sei lunghezze di vantaggio su una Juventus attardata nelle retrovie. L’Inter attuale è diversa dalla squadra campione d’Italia targata Conte. Lo è nella filosofia – nonostante il modulo di riferimento sia sempre lo stesso – così come nella struttura fisica che compone la rosa. Lukaku e Hakimi sono andati e continuare a versare lacrime inutili non li ricondurrà a Milano.
Il presente alberga nel volto angelico di Tucu Correa, entrato benissimo a Genova prima di essere costretto dall’infortunio di Sensi a retrocedere nel ruolo di mezzala, nelle movenze di Dumfries, che farà vedere le qualità che alimentano il proprio repertorio e, soprattutto, nello sguardo felice di Federico Dimarco. Uno che da bambino era realmente interista.
Al resto penserà Simone Inzaghi, ora più che mai concentrato sulla delicata sfida di Champions League contro il Real Madrid. Una partita difficile contro il peggior avversario che il calendario potesse offrire in questo momento. Quanto ai nostalgici di Conte, vedovelle smarrite inconsolabili, sarebbe bene rispolverare il recente curriculum europeo nerazzurro dell’ex allenatore per comprendere quanto sia facile illudersi senza guardare con attenzione ai dati di realtà. Conte commenterà la Champions League, una competizione nella quale in nerazzurro ha toppato mentre Inzaghi cercherà di disputare un girone eliminatorio differente per evitare un'altra eliminazione prematura. Questo dicono i fatti.
Perdere un’illusione rende più saggi che trovare una verità. Parole di Loeb Baruch, in arte Karl Ludwig Börne, scrittore tedesco. Meglio riporre fazzoletti e coriandoli. Non è ancora tempo di piangere o festeggiare. Via, signori, siamo solo all’inizio di ogni competizione.
Così è (se vi pare).