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Inter, le punizioni si calciano con “amore”: da Recoba a Dimarco

L’Inter con la rete di Dimarco riscopre l’importanza della punizione. Inzaghi quest’anno ha varie frecce da sfruttare per il suo arco

“Una punizione se calciata bene, è imparabile”. Lo ha dichiarato spesso l'ex centrocampista, con un passato all''Inter, Andrea Pirlo.

La squadra di Simone Inzaghi, grazie alla perla di Federico Dimarco (clicca qui per rileggere le dichiarazioni di gioia del calciatore), ha riscoperto l'importanza del calcio da fermo. Per troppo tempo, forse dall'addio di Wesley Sneijder, la rosa nerazzurra non aveva a disposizione uno specialista del settore.

Il terzino del Parma, che ha sbloccato la gara contro la Sampdoria con un tiro diretto all'incrocio dei pali, è stato confermato anche per questo motivo dalla società sotto la particolare richiesta del tecnico nerazzurro. Quest'ultimo, dopo il pareggio maturato al Marassi, ha dichiarato che Dimarco e Calhanoglu sono soliti fermarsi in allenamento per provare i calci da fermo.

Già, perché anche il turco gode di un destro molte educato, che potrebbe essere sfruttato sia dalla lunga che dalla breve distanza. L'ex Milan è stato ingaggiato dai dirigenti milanesi anche per questo motivo dopo che il vero specialista della rosa, Christian Eriksen, è stato costretto a fermarsi per il malore accusato a Euro 2020. Calhanoglu e Dimarco saranno fondamentali, quindi, per le loro abilità balistiche che però, si aggiungono ad un elenco di nomi di tutto rispetto che hanno già vestito la casacca nerazzurra.

Per quasi 10 anni, l'Inter non ha avuto un calciatore in grado di prendersi tale responsabilità ed è per questo che il ricordo più recente porta il nome di Wesley Sneijder. L'olandese, giunto alla Pinetina nelle ultime ore di mercato dell'estate del 2009, è stato fondamentale anche per la conquista del Triplete con i suoi tiri da fermo. Proprio un suo gol affossò il Cska Mosca nel match dei quarti di finale.

La formazione di Roberto Mancini, invece, poteva contare sulla bomba di Sinisa Mihajlovic dal 2004 al 2006. Il serbo era capace di tirare dalla media e dalla lunga distanza e creare traiettorie imprendibili per il portiere avversario.

L'attuale tecnico della Nazionale ha potuto godere anche dei tiri da fermo di Julio Ricardo Cruz, spesso in gol contro la Juventus, e di Adriano Leite Riberio. Il brasiliano, però, con tecnica diversa si affidava più alla potenza del suo sinistro.

Quando si parla di calciatori mancini, i tifosi dell'Inter non potranno mai dimenticare le traiettorie di Alvaro Recoba. L'uruguaiano, che odiava la tattica e le ripetute, calciava le punizioni semplicemente con amore. Il suo ex compagno, Riccardo Maniero ha dichiarato in una recente intervista a Sky Sport che l'uruguayano calciava in modo spontaneo, senza provare in allenamento, una differenza – questa – con altri specialisti della storia dell'Inter.

L'Inter, in ogni epoca storica, ha avuto lo specialista del settore, basti pensare anche ai vari Mattheus, Corso, Suarez. Questa volta, dopo quasi 10 anni, i tifosi nerazzurri potranno essere sicuri che quella punizione calciata da Dimarco o Calhanoglu (o da Eriksen, se il danese dovesse ritornare), rispetterà, magari nella maggior parte dei casi, le attese.