L’Inter è caduta in una battaglia galattica contro il Real Madrid. L’ha fatto con orgoglio, onore, e anche qualità. Sì, è caduta lo stesso, ne siamo consapevoli. Ma di battaglia parliamo, appunto, non di guerra. Quella è appena iniziata. Perché se ci pensiamo bene, nulla è cambiato rispetto a 24 ore fa. Il passaggio agli ottavi di finale non dipendeva tanto dai kolossal contro il Madrid, quanto dagli scontri con Sheriff e Shaktar. A proposito, la vittoria dei moldavi è un’ottima notizia per i nerazzurri.
Restando alla prestazione di ieri sera, ci possiamo rendere conto in maniera molto lucida dell’abissale differenza tra questa e quella dell'anno scorso, quando in panchina sedeva Antonio Conte (finì 0-2). Solo guardando i numeri, si nota la forbice: nel 2020 l’Inter fece 5 tiri totali contro i 14 dei Blancos, col 37% di possesso palla, 480 passaggi e 2 calci d’angolo guadagnati; ieri sera, salgono a 18 (!!!) i tiri dei nerazzurri contro i 12 del Real, col 46% di possesso del pallone, 501 passaggi completati e 4 angoli battuti. Vidal si era fatto buttar fuori, vero, ma la sensazione che dava l’Inter solo 12 mesi fa era di terrore nei confronti di questa potenza europea. Sensazione che ieri nessuno, probabilmente, ha visto.
Non è tutto da buttare, Inzaghi ha per ora giocato partite di qualità, nonostante risultati sbilenchi come il pari di Marassi, ma questa Inter sembra quasi più sicura dei propri mezzi rispetto all’anno scorso. Certo, manca un bomber (come abbiamo spiegato qui) da 30 gol, è un dato di fatto. Ma ruotando bene i nostri attaccanti, l’ex mister della Lazio potrà portarci grandi soddisfazioni da qui alla fine.
Limitandoci alla Champions, ora la trasferta di Donetsk, poi sarà la volta dello Sheriff: 6 punti necessari per riprendere quota ed andare a vincere la nostra guerra. Forza Inter, yes we can.